Una casa e una donna prigioniere dei binari (che non ci sono)
L'abitazione di Rita Spina in via Sorrento lambisce la ferrovia Gallarate-Rho ed è al centro di una procedura di esproprio mai realmente iniziata da 6 anni: "Non riesco a venderla e rischio il pignoramento"

Quella casa era la somma dei sacrifici suoi e dei suoi genitori ma oggi si è trasformata in un luogo sospeso nel nulla della burocrazia italiana, bloccata dall’avvio di una procedura di esproprio che non si è mai concretizzato dal 2013 ad oggi.
L’abitazione di Rita Spina è in via Sorrento, zona sud-ovest di Busto Arsizio, al confine con Castellanza e a pochi metri dalla linea ferroviaria e dall’ormai mitologico raccordo Y che Rete Ferroviaria Italiana ha in animo di realizzare da almeno dieci anni ma che, fino ad oggi, è rimasto solo sulla carta (oltre al nuovo binario che si intende realizzare sulla tratta Gallarate-Rho. Sarebbe dovuto essere pronto per Expo 2015 ma poi non se n’è fatto più nulla e il progetto è fermo al Ministero dei Trasporti per essere revisionato.
Il problema è che la signora Rita negli anni scorsi ha investito sulla ristrutturazione di quella casa e ha acceso un mutuo che da qualche tempo ha dovuto sospendere a causa della perdita del lavoro. Da qualche tempo ha maturato l’idea di vendere l’immobile per chiudere il mutuo ma tutti i compratori che si sono fatti avanti hanno poi fatto marcia indietro a causa della spada di Damocle che pende su tutta l’area: «Non appena i possibili acquirenti vanno in Comune per avere i mappali della zona viene detto loro che sono in atto delle procedure di esproprio e quindi subito mollano il colpo. In tutto questo chiedo risposte a Rete Ferroviaria Italiana, Italferr e Regione Lombardia ma non sono ancora venuta a capo di niente».
Tramite il suo legale, infatti, ha scritto ai vari enti e società coinvolte e attende ancora una risposta dall’assessore ai Trasporti di Regione Lombardia Claudia Terzi. La signora vuole sapere se, prima o poi, la procedura di esproprio avrà uno sbocco definitivo in un senso o nell’altro. Nel frattempo ritiene di stare subendo danni non solo dal punto di vista economico, con il rischio di pignoramento del bene da parte della banca, ma anche morali.
Non è solo Rita Spina a ritrovarsi sospesa nel vuoto burocratico ma anche i due comuni di Castellanza e Busto Arsizio che da anni chiedono l’apertura del sottopasso già realizzato e che permetterebbe di migliorare il collegamento tra le due città nell’area attorno alla nuova stazione di Castellanza, sorta proprio lì dove la linea di Ferrovienord e quella di Rfi dovevano incontrarsi per collegare la stazione centrale di Milano con Malpensa. Entrambe le amministrazioni, inoltre, hanno fatto sapere al Ministero dei Trasporti di non essere più interessati al raccordo Y, chiedendo la cancellazione dell’opera. Del resto, per arrivare c’è già in ballo un altro progetto: quello della ferrovia Gallarate-Malpensa, avviato da FerrovieNord (ma ancora da approvare). Un ulteriore paradosso.
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