La cupola del duomo in un murale del centro

L'opera è dell'artista Fabrizio Musa ed è stata realizzata su una parete di un edificio di via Vittorio Emanuele

Generico 2018

L’autore è Fabrizio Musa, artista comasco (1971) che ha costruito la sua cifra espressiva sull’uso del bianco e nero come scelta stilistica. L’opera, ospitata nel cuore della città, in via Vittorio Emanuele 40, presenta la cupola del duomo di Como, colto da un particolare angolo prospettico, e si presta a una serie di rimandi tra il dipinto e la Cattedrale che si trova a poco più di 50 metri di distanza.

Il lavoro, realizzato tra settembre e ottobre, misura circa 15 metri di altezza per 5 metri di larghezza, e si sviluppa nella parte superiore dell’edificio che lo ospita, giocando con la percezione dell’osservatore che, invitato ad alzare lo sguardo, viene sorpreso come se guardasse in uno specchio, la cupola barocca progettata da Filippo Juvarra, da poco lasciata alle spalle. Fabrizio Musa non è nuovo all’arte della pittura murale. A Como, infatti, ha creato due opere in via Carloni e una in via Ballarini (non più visibile), dedicate alle architetture di un altro genio comasco quale Giuseppe Terragni.

“Questo lavoro – afferma Fabrizio Musa – rispecchia nella prospettiva e nelle proporzioni una visione reale dell’architettura appositamente studiata per essere fruita dalla via”. L’opera è stata commissionata da Michela Testoni per celebrare e ricordare alcuni suoi avi che hanno abitato in quell’edificio e che hanno combattuto per l’Italia nella terza guerra d’Indipendenza e nelle due guerre mondiali. In particolare, il capitano Giovanni Scotti deportato nei lager nazisti e il maresciallo maggiore dei Carabinieri Togo Testoni, anch’egli deportato in Germania dal 1943 al 1945.

L’ARTISTA
Fabrizio Musa, (Como 1971) vive e lavora tra Como e New York. Fin dal suo esordio artistico, nella seconda metà degli anni Novanta, ha contaminato le tecniche pittoriche più tradizionali con le nuove tecnologie. Il metodo di lavoro di Fabrizio Musa, contempla una pluralità di tecniche ed è stato in più occasioni legato all’architettura. Dal 2008 collabora con l’architetto Mario Botta in un progetto di rielaborazione pittorica delle sue architetture realizzatosi già in diverse mostre personali: “Chiesa del Santo Volto.Txt” a Torino in occasione del XXIII Congresso Mondiale di Architettura nel 2008, la mostra “Mario Botta.Txt” alla Galleria Montrasio Arte a Monza, fino a “Culture Nature – Botta.Txt” alla Biennale di Venezia, 12esima Mostra Internazionale di Architettura nel 2010. Tra le sue ultime esposizioni personali si segnalano la mostra “The Kiss” alla CJ One Gallery di New York a cura di Cindy J. Choi, “Fabrizio Musa Campoquadro” in Pinacoteca Civica a Como, la Videoinstallazione (opera pubblica) “Terragni 80” proiettata sulla Casa del Fascio a Como, la partecipazione alla mostra “Antonio Sant’Elia il Futuro delle città” alla Triennale di Milano, la mostra “Antonio Sant’Elia, all’origine del Progetto” alla Pinacoteca Civica di Como, le personali “Terragni.txt” nella nuova sede dell’Archivio Terragni all’interno del Novocomum a Como.

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Pubblicato il 20 Novembre 2019
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