Confartigianato: misuriamo l’innovazione delle piccole imprese e scegliamo il nostro futuro
Nasce il progetto InnoVaUp, ovvero l'innovazione su misura. «Il nostro obiettivo è avviare uno screening personalizzato, predisporre una mappa della digitalizzazione, garantire check up a misura d'azienda per valutare la potenzialità di sviluppo e degli investimenti programmabili»
Dopo le analisi, le ricerche, gli studi e il fiume di parole spesi sull’innovazione del sistema economico del Varesotto, per Confartigianato Imprese Varese è venuto il momento di scegliere, cioè di intraprendere un percorso concreto. C’è senz’altro un’urgenza imposta dal tempo e dai cambiamenti globali, ma da parte dell’associazione di via Milano c’è anche la convinzione che è venuto il tempo di agire sulla consapevolezza delle piccole imprese. Per far comprendere il rischio di un atteggiamento attendista, Mauro Colombo, direttore di Confartigianato e appassionato di ciclismo, usa una metafora ispirata alle due ruote: «In caso di immobilismo il rischio è di essere risucchiati dal gruppone dei mediocri».
In effetti il vantaggio competitivo che le aziende del territorio hanno costruito nel corso di un secolo e mezzo può essere perso in un amen se il sistema stesso non sceglie la nuova direzione da prendere. A scanso di equivoci, non si sta parlando di una nuova vocazione. La vocazione c’è già ed è quella manifatturiera, tutto il resto sono discussioni che lasciano il tempo che trovano. «Se non si prova a fare qualcosa – spiega Colombo – non si torna a correre. Noi, dopo le ricerche e le analisi fatte con centri di ricerca e università abbiamo individuato nella mobilità e in particolare nell’automotive i punti da cui ripartire. Abbiamo un’intera filiera che serve la Germania ed è lì che bisogna iniziare a innovare».
L’indicazione è dunque precisa. In un’economia che ha nelle meccaniche il suo punto di riferimento, l’innovazione non può che guardare al settore delle automobili che sta rivoluzionando il mercato mondiale. I vertici di Confartigianato si sono posti un’ulteriore domanda: quanta consapevolezza hanno le piccole imprese sulla necessità di innovare in modo mirato e nella direzione in cui va il resto del mondo? Non avendo una risposta al quesito, Colombo e la squadra di via Milano che si occupa di innovazione, capitanata da Angelo Bongio, partendo dalla considerazione che tra i piccoli imprenditori l’innovazione non ha un percorso standardizzato, hanno deciso di misurarla impresa per impresa, capannone per capannone, laboratorio per laboratorio. «Insieme a Faberlab – spiega Bongio – abbiamo dato vita al progetto InnoVaUp, ovvero l’innovazione su misura. Il nostro obiettivo è avviare uno screening personalizzato, predisporre una mappa della digitalizzazione, garantire check up a misura d’azienda per valutare la potenzialità di sviluppo e degli investimenti programmabili».
Un lavoro che farebbe paura anche al campione degli stacanovisti per l’impegno e le difficoltà organizzative richieste. È risaputo infatti che gli imprenditori, sopratutto i più piccoli, son sempre “dre a laurà“, per riprendere un celebre verso di “O scarraffone” di Pino Daniele. E pertanto è molto probabile che gli artigiani interpellati non esulteranno all’idea di dedicare il loro prezioso tempo a inquadrare la propria propensione all’innovazione.
Verrà elaborato un indice sintetico con una propensione operativa e non accademica che rileva il processo innovativo complessivo: risorse umane, formazione e processi gestionali. «È vero che le nostre aziende acquisiscono informazioni sull’innovazione dai fornitori di tecnologie – continua Bongio – ma ci sono altre fonti altrettanto valide a partire dai centri di ricerca, università e associazioni di categoria».
Nei 12 mesi utili per definire la mappa dell’innovazione, verranno sentite 500 imprese, informazioni che si aggiungono a quelle emerse dallo studio “Scenari e politiche sull’innovazione per le Pmi e la manifattura”, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano e la fondazione Giannino Bassetti, per scoprire i luoghi e i soggetti principali deputati al trasferimento dell’innovazione ai piccoli. «Analizzando un primo gruppo di 50 imprese del manifatturiero – conclude Bongio – più del 50% ha un livello assente o un livello molto basso di innovazione. Questo significa che c’è molto da fare soprattutto per quelle piccole e micro».
L’11 dicembre a partire dalle ore 18 nella sede di Confartigianato Imprese Artser a Gallarate si discuterà dei primi riscontri offerti dall’InnoVation index. nel corso della serata verrà presentato anche lo studio “L’Ecosistema lombardo dell’innovazione: scenari e politiche per le pmi e la manifattura” realizzato per Confartigiananto dal Politecnico di Milano in collaborazione con la fondazione Giannino Bassetti.
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