Le nuove droghe? Arrivano a casa per posta
Le "nuove sostanza psicoattive" sono più diffuse di cocaina ed eroina: il grosso viene dall'Asia ed entra da Malpensa. Il medico Carlo Alessandro Locatelli del Centro antiveleni di Pavia ha fatto luce su rischi e modalità di acquisto

Sono così tante e si modificano così velocemente da non poter riuscire neppure a catalogarle. Sono le nuove droghe: sostanze tossiche fino a qualche anno fa sconosciute, ma che dalla diffusione generalizzata di Internet nelle case – intorno al 2005 – hanno alimentato un mercato in continua espansione. Nel 2019 queste nuove droghe sono diventate così numerose che le Nazioni unite hanno definito il fenomeno «incontrollabile».
Il tema è stato trattato lunedì 4 novembre all’interno di una conferenza moderata da Cristiano Termine, docente in neuropsichiatria infantile, che si è tenuta nell’aula magna dell’Insubria. Nel corso dell’appuntamento è intervenuto anche un medico del Centro antiveleni di Pavia, il dottor Carlo Alessandro Locatelli, con l’intento di aiutare studenti, insegnanti, educatori e operatori sanitari a far luce sul tema delle nuove droghe. Al centro dell’incontro lo sviluppo del mercato delle nuove droghe, i rapporti che i ragazzi hanno con queste sostanze e i rischi che corrono.
Ma quanto sono diffuse queste droghe? Le nuove sostanze psicoattive (Nsp) sono il quarto tipo di sostanza d’abuso più diffuso al mondo. Vengono dopo le prime tre, che sono: alcol, fumo e marijuana, ma prima di cocaina ed eroina, rispettivamente la quinta e la sesta. Per quanto riguarda il nostro continente, l’8% della popolazione fa uso di nuove droghe. Metà degli utilizzatori di Nsp hanno tra i 16 e i 24 anni e i due terzi del campione è composto da maschi. Il 3% è invece composto da giovanissimi tra i 10 e i 16 anni.
«A partire – ha raccontato Locatelli – dallo sviluppo di internet nelle nostre case, abbiamo dovuto iniziare a indagare su un numero sempre crescente di casi di intossicazione dovuti a queste sostanze, che rimangono in gran parte ancora sconosciute». E proprio a causa dell’impossibilità di schedare con precisione tutte le nuove droghe sul mercato, lo Stato italiano, così come le altre nazioni europee, non è in grado di metterle fuori legge.
«Lo spacciatore è in casa» ha spiegato Locatelli. «Con una connessione a internet è possibile ordinare moltissime droghe di questo tipo: tecnicamente non sono illegali e quindi possono essere recapitate direttamente per posta. Esistono diversi siti che vendono nuove droghe sotto la definizione di “sali da bagno” o “sostanze di ricerca” e con l’aiuto dei social network e dei motori di ricerca possono raggiungere i clienti anche con pubblicità mirate». Dai controlli risulta che gran parte delle nuove sostanze psicoattive proviene dall’Asia ed entra in Italia attraverso l’aeroporto di Malpensa (nella foto di apertura: spedizione intercettata dalla Guardia di Finanza).

«Soprattutto i ragazzi – ha aggiunto Locatelli – sono sottoposti in continuazione a messaggi che li spingono a provare droghe, così come a notizie false riguardo gli effetti delle droghe. Secondo me è illogico che non esista un garante dell’informazione su internet. Non si può delegare questo compito ai social e ai motori di ricerca gestiti da aziende che hanno come unico scopo quello di ottenere un guadagno».
La mancanza di una legislazione precisa sulle nuove sostanze psicoattive porta a sottovalutare i rischi di queste sostanze. Spesso si è infatti spinti a pensare che se una sostanza non è vietata, allora non è pericolosa. In realtà molte nuove droghe sono imitazioni di droghe molto più conosciute, ma con effetti molto più potenti e molto più pericolosi. È il caso della cannabis sintetica – nota anche come K2 o Spice – una sostanza che non ha nulla a che vedere con la canapa tradizionale, ma è utilizzata perché si pensa non venga rilevata nei testa antidroga. «In realtà – ha spiegato Locatelli – conosciamo bene le modalità per rilevare la presenza di cannabis sintetica nel corpo. Abbiamo avuto diversi casi di ragazzi di 16 anni e con un cuore sanissimo, che sono morti a causa proprio degli effetti di questa sostanza».
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