Tutta Varese vota Liliana Segre cittadina onoraria
Il consiglio comunale di Varese ha votato all'unanimità la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Tutti i 30 consiglieri hanno detto si e mai la partecipazione era stata così alta
Un lungo, toccante applauso durato più di un minuto ha siglato il voto che ha deciso, all’unanimità, di concedere la cittadinanza onoraria Il consiglio comunale di Varese ha votato all’unanimità la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. La richiesta era stata presentata dal consigliere Laforgia, subito firmata da altri 23 consiglieri, ed è stata votata da 30 consiglieri su 30: mai partecipazione era stata così alta.
La motivazione della mozione è stata presentata dal presidente del consiglio comunale, Stefano Malerba, che ha ricordato inoltre che per diventare efficace, erano necessari i tre quarti di voti favorevoli dell’assemblea, cioè almeno 25 consiglieri.
«Un momento importante per la città durante un Consiglio comunale a cui hanno partecipato centinaia di cittadini – ha detto il sindaco di Varese, Davide Galimberti – Segno del grande attaccamento della nostra città ai valori di democrazia, uguaglianza e libertà».
“UN LIVELLO DEL DIBATTITO DI CUI ESSERE ORGOGLIOSI”
«Sono orgoglioso del livello del dibattito che si è tenuto in Consiglio, e della maturità dimostrata da tutti i consiglieri» con queste parole il presidente del consiglio comunale Stefano Malerba ha siglato la chiusura del momento dedicato alla discussione e dato il via alle votazioni.
In effetti molti degli interventi sono stati di grande spessore, e improntati a parole di grande civiltà, innanzitutto dal primo firmatario della mozione, il consigliere Enzo Laforgia, che ha ricordato come «Io mi sono limitato a riportare la richiesta di alcuni cittadini, e l’ho firmata insieme ad altri 23 colleghi. Da allora non ho fatto che ricevere telefonate di sostegno, solo poche ore fa ho raccolto l’adesione formale dell’UNiversità dell’Insubria».
Di particolare interesse gli interventi dell’opposizione: come quello di Marco Pinti, che ha annunciato il voto favorevole dei consiglieri della lega presenti (Precisamente Pinti e Maroni. I consiglieri Piatti e Binelli erano assenti, ndr) facendo memoria di uno dei suoi primi ricordi personali legati alla sopravvissuta di Auschwitz e dicendo «Ho sottoscritto questa mozione senza nemmeno pensarci un attimo, perchè questo fa parte non solo del mio DNA ma anche di quello della Lega. E ricordando l’immenso dolore che ha colpito tutti coloro che sono stati coinvolti in questa immensa tragedia, mi permetto di ricordare la tragedia che sta cogliendo, tuttora, una famiglia milanese come quella della Segre: quella di Silvia Romano, il cui totem per ricordarne la ricerca della verità è rimasto esposto per mesi ai giardini estensi, per una decisione resa anch’essa all’unanimità di questo consiglio. E spero che torni al suo posto».
Altrettanto importante l’intervento di Paolo Orrigoni, che ha attualizzato la situazione, ricordando come «Ora siamo molto più abituati al rapporto con persone con abitudini diverse o diverse religione. Tutti i nostri figli sono a scuola con bambini di genitori di altre nazionalità e religione, ed è bello vederli sorridere tutti insieme. perchè, come ha detto un altro perseguitato, Mandela: «Nessuno nasce odiando: gli uomini imparano ad odiare, ma possono anche imparare ad amare».
Interventi importanti anche da Simone Longhini, Luca Paris, Luca Conte, Valerio Crugnola, Rinaldo Ballerio, Giacomo Fisco, Luisa Oprandi, Francesco Spatola.
CONSIGLIO COMUNALE “SOLD OUT” PER LILIANA SEGRE
Erano davvero tantissimi ad assistere alla votazione per la cittadinanza onoraria a Liliana Segre: oltre alla presenza organizzata dei Giovani Democratici di Varese, dell‘Anpi provinciale e di Arcigay Varese, erano molti i cittadini venuti a “vegliare” la votazione, alcuni di loro notissimi: come il centenario (in realtà sta per compierne 101) notaio Bepi Bortoluzzi, che ha vissuto da tenente questi orrori, Stella Bolaffi che da bimba sfuggi alla Shoah, i rappresentanti del coro Rebelde.
Erano talmente tanti, che la parte dedicata al pubblico del salone Estense, solitamente semivuota, non poteva contenerli tutti: e molti di loro hanno assistito a quel punto all’ordine del giorno dal salone antistante, o dietro la segreteria.
Fuori dal consiglio comunale, anche una decina di rappresentanti dell’estrema destra varesina: ma nulla delle loro eventuali rimostranze è arrivato fino in salone Estense.
PERCHE’ LA CITTADINANZA ONORARIA
La proposta del consiglio comunale di Varese ha un preciso legame con il territorio: Liliana Segre venne catturata a Selvetta di Viggiù, in provincia di Varese, l’8 dicembre del 1943 mentre insieme al padre cercava di attraversare il confine svizzero. Aveva 13 anni (foto sopra) quando conobbe il carcere, prima quello di Varese, poi Como e infine San Vittore a Milano. Il 30 gennaio del 1944 fu formato il convoglio che doveva trasportarla ad Auschwitz: partenza da Milano, con tappa a Verona per caricare altri ebrei provenienti dall’Italia centrale. Con lei viaggiarono 36 bambini e 158 anziani nati prima del 1885. La più giovane si chiamava Fiorella Calò, nata l’8 settembre del 1943, la più anziana Esmeralda Dina di 87 anni. Di quel convoglio, secondo i documenti conservati nel museo di Auschwitz, solo 97 uomini e 31 donne superarono la selezione per le camere a gas.
A Liliana Segre venne tatuato sul braccio il numero di matricola 75190. Nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, perse il padre e i nonni paterni. Fu liberata a Ravensbruk il 30 aprile del 1945, dopo aver fatto la marcia della morte insieme ad altre 56 mila persone sfinite dalla fame, dalla violenza subita, dalla fatica e dalla paura. L’ultimo vigliacco tentativo nazista per nascondere al mondo l’orrore dei campi di sterminio
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Con tutto il rispetto per la nobile causa,a quando un consiglio comunale “sold out” per decidere l’asfaltatura delle strade dal momento che la città è ridotta ala stregua di un campo agricolo? Magari per una volta i cittadini avrebbero l’impressione di essere considerati…
Fa sempre un gran piacere sentire parlare Marco Pinti. Perché è bravo e preparato, perché nobilita il Movimento, la sua gente e le sue idee, perché è come se lanciasse un messaggio importante, ovvero che esiste ancora una Lega non propriamente allineata su posizioni estremiste.
E fa altrettanto piacere vedere che seduto al suo fianco c’era il Bobo il quale, come penso, ha condiviso l’intervento, ma soprattutto la posizione giusta del Compagno di banco.
Una bella lezione di Storia ed una bella storia dalla quale ciascuno può trarre le conclusioni che crede; personalmente mi piace pensare che Varese possa essere ancora una volta un laboratorio per una Lega moderata e laica, capace di confrontarsi senza posizioni preconcette.
Situazione comunque interessante che merita attenzione e quindi, come usa dire il Barbaro Fogliante, “stay tuned”.