Mille emozioni a Masnago: Openjobmetis, gioia supplementare
Battuta Venezia 93-91 dopo una gara ricca di colpi di scena. Mayo la decide con tre bombe nell'overtime, poi sbaglia i liberi ma Chappell fallisce l'ultimo tiro
Quarantacinque minuti di emozioni premiano la Openjobmetis, alla quarta vittoria stagionale ma anche al quarto successo consecutivo sulla Reyer Venezia, che ormai guarda ai biancorossi come una vera e propria “bestia nera” a causa dell’ennesimo stop subito da Varese. La squadra di Caja la spunta con un divario minimissimo, 93-91, dopo un supplementare che da solo vale il prezzo del biglietto: un mini-periodo in cui Mayo diventa eroe con le tre bombe che paiono regalare la vittoria (anche Tambone mette la sua) salvo poi deragliare sui tiri liberi della sicurezza. Ma quando la beffa pare materializzarsi negli ultimi 8”, l’Umana non trova altro che un tiro da due – per l’eventuale pareggio – che Chappell spreca da tre metri mettendo fine a una volata da infarto.
Una vittoria che Varese ha voluto a tutti i costi, scendendo in campo con quell’aggressività che era mancata a Milano e Brescia e che ha sorpreso una Reyer, un po’ molle in attacco e pigra in difesa nei primi due quarti. Volenteroso Clark, che era stato orrendo settimana scorsa, attento Vene, inzialmente reattivo Peak che poi invece deraglierà del tutto. E poi Simmons: l’elastico pivot varesino ha trovato fin da subito le misure degli avversari e ha dato vita a una gara di altissimo profilo, fatta di rimbalzoni (13), canestri al momento giusto, posizionamenti tattici utili (contro la zona) e pure alcune stoppate da urlo. Due di queste, però, sono state punite dagli arbitri e giudicate irregolari in un paio di momenti cruciali dell’incontro. Ma questa Varese è saputa andare anche oltre certi fischi, non tutti piacevoli, non tutti puliti, che per qualche tratto hanno tenuto in piedi la Reyer.
Poi nell’overtime, si è acceso il generale Mayo, l’uomo scelto apposta in estate per garantire leadership a tonnellate. Sue le triple che hanno spaccato la partita, anche se quella di Tambone – molto bravo, nel giorno in cui ha “perso” il quintetto – è stata ugualmente importante. E cruciale, ma al contrario, è stata anche l’incredibile palla persa di Peak a pochi secondi dalla fine, che ha ridato a Venezia solide possibilità di vittoria, divenute ancora più grandi sul tremendo 0/2 di Mayo in lunetta. Ma Daye (che non ha spazio per la tripla) e Chappell (che sbaglia l’ultimo tiro) hanno tanto acido lattico in circolo, troppo per rifilare una sconfitta beffa.
Ora dunque Varese, con 8 punti, può preparare con un po’ di serenità la trasferta di sabato prossimo a Reggio Emilia, altra tappa di un calendario tutt’altro che amico dei biancorossi in questo periodo. La vittoria di stasera, e quella su Brindisi però, hanno reso tutto più abbordabile. E speriamo che la discussione tra Toto Bulgheroni e Attilio Caja poco dopo la sirena finale, davanti agli occhi di tanti tifosi, sia stata solo frutto della tensione del momento. “Ho solo fatto i complimenti ad Attilio con la dovuta enfasi” è però il commento conciliante del Toto.
COLPO D’OCCHIO
Il campanile di San Marco con la scritta “Dura i banchi” si staglia sul cubo che sovrasta il parquet di Masnago: è l’omaggio di Varese (c’è anche uno striscione in curva) alla città di Veneza, avversaria in campo ma amatissima da tutte le persone di buon senso al mondo. Non ci sono tifosi ospiti, c’è invece un pubblico molto folto, con 4.500 spettatori a incitare la squadra di Attilio Caja. Inconsueto inno di Mameli, con chitarra elettrica ed elegante voce femminile.
PALLA A DUE
Per la prima volta, Jason Clark prende posto in quintetto base con Tambone e Jakovics di rincorsa: tutto straniero quindi il drappello biancorosso che va ad affrontare un’Umana inizialmente ben più stazzata ai due margini della formazione, play (Stone) e pivot (Vidmar).
LA PARTITA
L’americano che (forse) non ti aspetti, Clark, marchia a fuoco l’avvio di partita con 7 punti in un periodo in cui Varese gira a meraviglia e scatta presto in avanti con un buon margine consolidato poi da Jakovics e da una difesa attenta e feroce. Daye, di classe, muove il punteggio ospite ma la prima sirena dà un’indicazione netta, 24-14, nonostante una serie di falli che fanno infuriare il palazzetto.
Nel secondo quarto De Raffaele toglie dai giochi l’armadio Vidmar e inizia a lavorare con la zona che ha qualche effetto ma che alla lunga non ferma un’Openjobmetis sempre più “dura” in retroguardia e spinta in avanti da una striscia vincente di Mayo. Due bombe di Bramos limitano i danni per gli ospiti, al riposo sul 41-28.
Nella ripresa però, c’è un’altra Venezia. Vero che i fischietti concedono tanto alla difesa lagunare, ma è altrettanto vero che la Openjobmetis raffredda le mani (3-16 totale, 0-9 da 3) e si vede rimontare dai campioni d’Italia che riducono a 5 le lunghezze di distacco alla mezz’ora (52-48).
Il recupero si concretizza nell’ultimo periodo, dopo una tripla di Jakovics; un antisportivo a Vene “gira” ancor di più l’inerzia e sul canestro di Chappell al 33′ arriva il sorpasso. A quel punto però, il ruggito della squadra e dei suoi tifosi si fa sentire: ne nasce un break di 12-0 firmato Varese con Simmons, il redivivo Clark e Tambone. Negli ultimi 3′ e mezzo però, i biancorossi si fanno risucchiare per via di qualche forzatura, di un paio di “canestro e fallo” orogranata e di pizzico di sfortuna quando Mayo scivola, si fa male (poco) e consegna a De Nicolao il -2. Si gioca sulle uova, gli arbitri giudicano irregolare una stoppata di Simmons su Daye ma poi il pivot impatta (1-2 in lunetta) e difende alla grande sul rivale che non trova la stoccata finale (75-75).
IL SUPPLEMENTARE
Vene inaugura con 4 punti l’overtime ma Venezia non molla: Mayo allora si scatena con la tripla in risposta a De Nicolao. Il play americano è spiritato, ne mette un’altra quasi impossibile e quando Varese sbaglia c’è sempre Simmons a dominare a rimbalzo. Ancora Mayo e poi Tambone ma anche Daye e Chappell. Sulla bomba del Tambo, comunque, pare tutto finito se non che Varese concede l’ennesimo “canestro e fallo” mentre Peak riesce a perdere una palla che andava solo controllata e portata in zona sicura. Stoppata irregolare (dubbissima) di Simmons su Chappell e incredibile 0/2 di Mayo in lunetta con 8” sul cronometro. Venezia va di là, ma stavolta non trova la munizione giusta: in 4.500 sospirano di sollievo, 93-91.
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