Salone Estense pieno per il premio all’ecologia a Salvatore Settis
La serata della terza edizione del premio Ecologia città di Varese, dedicato a Salvatore Furia, ha visto premiati Salvatore Settis e Federica Marando
Salone Estense pieno al massimo della sua capienza per la serata della terza edizione del premio Ecologia città di Varese, dedicato a Salvatore Furia.
Un premio rinato in suo onore ma creato proprio dal “prof” come l’ha chiamato il vicesindaco Zanzi oltre trent’anni fa: «E’ stato il primo a intitolare un premio all’ecologia – ha spiegato Daniele Zanzi – Un termine allora poco noto, poco compreso, poco amato, da alcuni persino osteggiato. Ma come sempre lui fu un precursore e ora sarebbe orgoglioso del premio che noi quest’anno assegnato a Salvatore Settis».
«Questa serata celebra il premio al professor Settis, ma celebra anche una grande figura varesina come Furia – ha ricordato il sindaco Davide Galimberti – Siamo orgogliosi e contenti di avere riscoperto questo importante premio».
AD UNA GIOVANE RICERCATRICE DELLA SAPIENZA IL PREMIO PAVAN
Prima del premi Furia, è stato assegnato il premio Pavan: «Un sogno realizzato da noi in nome di Furia: è un premio che premia giovani ricercatori, perchè sono il nostro futuro» Ha spiegato Vanni Belli, presidente della società astronomica Schiaparelli di Varese, una delle “creature” del professor Furia, insieme al centro Geofisico Prealpino.
Quest’anno il premio è stato assegnato ad una giovane ricercatrice, Federica Marando, ecologa alla Sapienza di Roma, che ha pubblicato una tesi sulle aree urbane, dal titolo “Servizi Ecosistemici in aree urbane: il ruolo delle Infrastrutture Verdi nel miglioramento della qualità dell’aria e nella regolazione del clima a livello locale” che è stata pubblicata su quattro diverse riviste scientifiche.
Per lei, anche un quarto d’ora per esporre la tesi vincente, sull’ecosistema di queste aree: che mostra tra le altre cose come la bolla di calore delle città viene mitigato dalle infrastrutture verdi, il verde urbano in cui «Varese, città giardino, è un esempio da seguire».
UNA LECTIO TRA NATURA E BELLEZZA
Il premio lo studioso l’ha ricevuto tra gli applausi: e subito dopo, stimolato anche dal soprintendente Luca Rinaldi, ha cominciato la sua lectio magistralis, dal titolo: “Costituzione, cultura, tutela: il paesaggio, i beni culturali, l’ambiente”.
Ma prima ha ricordato come la sua presenza a Varese è stato frutto di un curioso invito “in contemporanea”, arrivato dal Comune di Varese e dall’Ordine degli Architetti: «Rimasi colpito dal fatto che stavo ricevendo contemporaneamente due inviti per venire a Varese, città che non conoscevo molto: uno per ricevere questo premio e uno per tenere una lectio per l’ordine degli architetti – spiega – Io ho cercato di fare coincidere il più possibile le date, più che altro per comodità, ma mai avrei pensato che si sarebbero addirittura sovrapposte, e in maniera cosi bella e collaborativa. Una soluzione che si è palesata con una serie di carteggi con delle persone squisite, che non avevo mai trovato così. Perciò sono arrivato alla conclusione che dove c’è molto verde le persone si comportano meglio».
La lectio ha ripreso un argomento che è stato oggetto di alcuni dei suoi più importanti e amati libri: il rapporto tra natura e bellezza creata dall’uomo, la nascita della sensibilità ambientale, la sua codifica nella costituzione senza cambiare la costituzione italiana.
Un racconto che è partito dagli antichi romani ed è arrivato al dopoguerra, ai padri costituenti della nostra repubblica e ai loro interpreti che, negli anni 70, sono riusciti a dare una risposta costituzionale alle esigenze ambientali.
Perchè «L’effetto di grandiosità del paesaggio italiano si presenta così come una seconda natura che opera a fini civili, di pubblica utilità»: la bellezza delle città storiche italiane non è l’esito della natura, ma della mano dell’uomo.
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