Al Del Ponte aperta la banca del latte materno
Inizialmente sarà riservata ai bimbi prematuri che dal latte umano trarranno una preziosa medicina. Un progetto fortemente voluto dal primario Agosti e sostenuto dalla Fondazione Monsoleil
«Il latte umano è come una medicina. Ha un valore terapeutico che fa bene ai bimbi, ma anche alle loro madri».
Importante donazione all’ospedale Del Ponte di Varese: la fondazione Monsoleil ha regalato 137.000 euro con cui sono stati acquistati un pastorizzatore, dei congelatori, dei refrigeratori e tutte le attrezzature utili e previste dalla normativa per aprire una “banca del latte umano”.
Era un progetto che il professor Massimo Agosti, Direttore del Dipartimento della donna e del bambino, cullava da tempo: « Nella TIN, la terapia intensiva neonatale che per prima usufruirà di questa donazione, – ha spiegato il professor Agosti, primario anche della neonatologia – ha un valore enorme. Da noi, solo il 28% delle neomadri hanno latte proprio. È un discorso ampio che ha anche a che fare con la sensazione di inadeguatezza che interviene quando il piccolo deve essere affidato alle cure altrui perchè nato prematuro. La donna può accusare un colpo durissimo alla sua autostima e spesso a ciò influenza la produzione di latte. Noi lavoriamo moltissimo sul sostegno alla donna e alla sua fiducia in se stessa, ma questo dono ci permetterà di fare un passo ulteriore».
Studi hanno dimostrato che la solidarietà che si instaura nel reparto dei bimbi prematuri è un toccasana anche per la capacità reattiva delle donne che avranno un obiettivo importante per la cura di tutti i neonati.
La banca del latte permetterà così alle madri con latte in eccesso di donarlo a quelle mamme che non riescono ad allattare: « Il latte materno ha caratteristiche fisiche e nutritive importantissime. L’assunzione di questo alimento, anche se non è della propria madre, permette di abbassare tantissimo i rischi di infezione, aumentando le potenzialità di recupero del neonato e, quindi, la sua possibilità di poter essere dimesso in tempi più rapidi».
Un circolo virtuoso che, dalla TIN di Varese si allargherà poi alla Tin del Sant’Anna di san Fermo della Battaglia per poi diventare un servizio utile a tutta la neonatologia e, magari, anche al territorio intero.
La banca del latte è limitrofa alla neonatologia così da ridurre al minimo gli eventuali disagi dello spostamento: « I nati prima del compimento della 37° settimana di età gestazionale sono il 7% di tutti i neonati, solo al Del Ponte tra i 250 e i 300 bambini ogni anno, – spiega Agosti – che, proprio in quanto prematuri, sono più esposti ad un ritardo nello sviluppo e nella funzione dei vari organi e apparati (respiratorio, cardiocircolatorio, neurologico, gastrointestinale). L’aumentata sopravvivenza dei neonati ricoverati nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale ha aperto nuovi problemi fra i quali, particolarmente importante, quello di un’adeguata nutrizione, che costituisce uno dei principali fattori che condizionano non solo lo stato di salute a breve termine ma anche la prognosi di crescita fisica e neurologica a distanza».
Il nuovo ospedale Del Ponte è all’avanguardia nella cura dei neonati prematuri. Primo in Italia ha attivato la “neonatal singol family room”, stanzette singole dove è possibile avere la massima privacy per il bimbo e sua madre, così da ricreare quanto più possibile quell’ambiente accogliente a cui il piccolo era abituato quando era nel ventre materno e che il parto anticipato ha sconvolto facendolo precipitare in un mondo di suoni e luci allarmanti.
In futuro, il progetto potrebbe anche diventare territoriale con un veicolo dedicato, dotato di refrigeratore, e personale istruito per recuperare a domicilio il prezioso latte .
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Hanno scoperto l’ACQUA CALDA! Forse non si ricorda che nella “vecchia” PEDIATRIA” dell’Ospedale di Circolo esisteva già una BANCA DEL LATTE MATERNO dotata di un moderno PASTORIZZATORE che fu purtroppo ‘rottamato’qhando nel 1985 venne trasferita all’Ospedale Del Ponte. Scelte improvvide che hanno penalizzato la Pediatria Varesina, cui finalmente OGGI, copo più di 30 anni!, si cerca di rimediare.