Arturo Brachetti, il mago da Guinness con la Go Pro

Conversazione con Arturo Brachetti, a Varese con il suo spettacolo "Solo" sabato 7: ha ricevuto premi ed è famoso in tutto il mondo, ma: «Per me non esistono i “bei vecchi tempi”: il più bel tempo è domani»

Generico 2018

Il suo ciuffo appuntito è ormai un marchio di fabbrica, il suo talento è diventato un luogo comune, tanto da avere strappato a Fregoli il termine che definisce chi cambia a tempo di record la propria giacca: “alla Brachetti”. La sua eterna faccia da peter pan è un incredibile mistero (specie adesso che ha superato i 60 anni) e la sua capacità di trasformarsi è, letteralmente, da guinness.

Arturo Brachetti è uno dei talenti d’Italia acclamato in tutto il mondo, è sulla resta dell’onda da decenni: e se non lo si è ancora visto, è arrivato il momento di farlo. Sarà a Varese sabato 7 dicembre: a lui abbiao provato a chiedere dello spettacolo che porterà in città nel weekend.

«In realtà “Solo” è uno spettacolo in scena da 4 anni, ed è un ritorno anche a Varese- spiega l’artista – E dovunque è andato ha fatto successo: siamo stati in Francia due mesi, a Parigi abbiamo fatto serata tripla. Non è un semplice spettacolo di trasformismo: io lo chiamo “varietà magico surrealista poetico”. Si svolge tutto intorno ad una casetta in miniatura, dove io porto il pubblico, con l’aiuto di una Go Pro, attraverso le stanze, presentando in ognuna un argomento e un numero tra ricordi, musica e altro. E’ un varietà giocoso e pieno di effetti speciali, che non prevedono solo trasformazioni ma anche performances diverse, come ombre cinesi o disegni sulla sabbia. Alla fine, cambio 60 personaggi in tutto, e c’è una sorpresa ogni 20 secondi»

Uno spettacolo davvero impegnativo, anche dal punto di vista tecnologico: «Si. Pensa che giro con due Tir da 18 metri: mica poco per un one man show, è molto piu impegnativo di un musical. Diciamo che quel che risparmio in ballerine lo impiego in scenografia e tecnologia annessa».

Uno spettacolo che non rischia di annoiare: «Già. Certo, per alcune persone, specie con una certa età, rischia di essere forse troppo veloce, ma certamente ha un ritmo da 2020: insomma è uno spettacolo da giovani, tant’è vero che quelli che vengono a vederlo restano colpiti dal ritmo».

La tua seconda patria è la Francia, il “luogo di nascita” del tuo successo è Parigi. Ma com’è capitato, a uno che veniva da Torino?
«Ho cominciato a scoprire l’illusionismo in seminario, dove studiavo, grazie a un prete. Ma mentre preparavo i giochi di prestigio mi rendevo conto di vergognarmi un po’ a presentarmi “con la mia faccia”. Così ho deciso di travestirmi per i miei spettacoli: ho fatto il cinese,  poi l’indiano… me la cavavo bene così, e a Torino mi incitavano a continuare su questa strada. Ho fatto anche un’audizione con Macario,  che mi ha preso. Ma poi mi hanno raccontato di questo locale nuovo a Parigi, dove uno spettacolo come il mio avrebbe potuto fare furore. Cosi mi presentai al Paradis Latin, e fui preso. Non perchè fossi il più bravo di tutti, ma semplicemente perchè ero l’unico a fare una cosa del genere»

 

Quanto c’è del mestiere di attore e quanto di mago, in quest’arte?
«Uno dei padri dell’illusionismo mondiale diceva che l’illusionista è un attore che interpreta il ruolo del mago, e sono d’accordo. Se non c’è un attore che crede in quello che fa, l’illusione non funziona. La gente, poi,  ha sempre avuto bisogno di illusione, e ancora oggi è così: tant’è vero che facebook è il tempio dell’illusione, è il posto dove si fa finta di interpretare una realtà. L’illusione è sempre piu presente nel nostro quotidiano e la realtà virtuale aumenterà questa sensazione ancora di più»

Come si resta un eterno ragazzo: ci vuole più allenamento fisico o più allenamento psicologico?
«Entrambi. Seguo molto tutto ciò che è scoperta sull’invecchiamento e ho imparato su questo una verità fondamentale. Innanzitutto, che per il 60 per cento a tenerci giovani sono i nostri geni: devo dire quindi grazie a mia madre, che è con me, ed è molto dinamica: l’anno scorso voleva fare deltaplano assistito… Per il resto, il 20% lo fa l’alimentazione: ci avveleniamo anno dopo anno perchè mangiamo troppo e male e io cerco di evitare il più possibile questo problema. Infine l’ultimo 20% lo fa la testa: perchè ad un certo punto della vita si decide di restare giovani, oppure di lasciarsi andare. Per tenersi giovani l’importante è darsi sempre obiettivi più lontani, non pensare di avere già ottenuto tutto. E, inoltre, è fondamentale non frequentare coetanei: quelli ti parlano della prostata e delle mogli scappate. A me piace scoprire nuove app e usare la Go Pro, per essere parte del 2020. Per me non esistono i “bei vecchi tempi”: il tempo più bello è domani»

INFORMAZIONI SULLO SPETTACOLO

ARTURO BRACHETTI in “SOLO”
SABATO 7 DICEMBRE 2019 ORE 21:00
Teatro Openjobmetis di Varese

prevendite:
Botteghino del Teatro in Piazza della Repubblica
da martedì a sabato dalle ore 11:00 alle ore 14:00 e dalle ore 17:00 alle ore 19:00
Oppure sul circuito www.ticketone.it

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 05 Dicembre 2019
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