Chiuso l’ex albergo Plaza: trasferiti tutti i richiedenti asilo

La cooperativa che gestiva l'accoglienza non ha rinnovato il contratto. Le nuove disposizioni non permettono di proseguire

Protesta Albergo Vela richiedenti asilo

Il decreto sicurezza aveva modificato i termini e soprattutto i costi. A tal punto da dissuadere chi, con i nuovi fondi, non avrebbe più potuto garantire il servizio.

Dal 30 novembre scorso, la cooperativa Arca ha di fatto chiuso il contratto per l’accoglienza e la gestione dei migranti ospitati presso l’ex Hotel Plaza a Varese e a Vengono Inferiore: « Non riuscivamo più a coprire i costi – spiega la portavoce della cooperativa – proseguiamo solo con la Prefettura di Milano, nei due centri che sono di nostra proprietà e ci permettono, così, di avere minori spese».

La decisione di non partecipare più al bando della prefettura era maturata immediatamente dopo l’approvazione del Decreto Sicurezza: « Abbiamo comunque prorogato il nostro impegno fino alla scadenza del contratto che avevamo sottoscritto – spiega la direttrice dei servizi del Progetto Arca Costantina Regazzo – il 30 novembre scorso abbiamo così chiuso le due attività. La Prefettura si è fatta carico di trovare una nuova ospitalità per i nostri 50 ospiti: in un paio di giorni abbiamo provveduto a trasferirli, secondo una modalità concordata e protetta».

Arrivati nel 2016, i richiedenti asilo accolti all’ex albergo di Masnago, nel corso dei tre anni, sono stati anche un centinaio. Gradualmente, negli ultimi mesi il loro numero si è ridotto in linea con i dati nazionali che vedono aumentare i rimpatri ma anche il numero di clandestini, che escono dalla rete di assistenza: «In questi tre anni – spiega l’assessore ai servizi sociali del Comune di Varerse Roberto Molinari – abbiamo affrontato a viso aperto questa situazione senza nascondere la realtà come invece aveva fatto la precedente giunta che aveva tenuto la città all’oscuro di tutto. Allora, infatti, non furono rese note informazioni sui numeri ma soprattutto sui progetti messi in campo per gestire quella situazione.  Noi invece abbiamo lavorato sulla sicurezza, il decoro e l’integrazione avviando una serie progetti di collaborazione con aziende, privati e attraverso l’impiego dei ragazzi in lavori di pubblica utilità. Molti ragazzi infatti hanno trovato lavoro presso diverse aziende».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Dicembre 2019
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