Dal “Filo di Emma” una rete per sostenere le famiglie con minori in affido
Nasce un percorso di avvicinamento e sostegno per "genitori sociali" che intendono prendere un minore in carico dalle case famiglia: "Per non lasciarli soli mai"
Per i servizi sociali e per le varie case famiglia del territorio è sempre più difficile intercettare famiglie disponibili all’affido di minori. Da qualche tempo, quindi, sia le realtà del territorio come LaCasa Gialla, Pollicino e Il Piccolo Principe ma anche l’assessorato ai Servizi Sociali prima con Miriam Arabini e poi con Osvaldo Attolini alla guida, hanno avviato lo studio di un progetto in rete per avvicinare nuovi nuclei familiari disponibili e accompagnarli in un percorso che li avvicini a questo mondo, che li formi e che li accompagni quando fanno il grande passo di ospitare nelle loro case un minore in difficoltà.
Per questo nasce il progetto “Il filo di Emma”, dal nome di una bimba che ha fatto un percorso molto positivo dalla casa famiglia alla famiglia vera, con l’intento di creare e formare famiglie consapevoli. A presentare il progetto – questa mattina (giovedì) in Comune a Busto Arsizio – accanto all’assessore Attolini c’erano Lea Silanos e Michela Chiolle, de La Casa Gialla, Alessandra Di Modica – psicologa psicoterapeuta de La casa gialla, Luigi Baggio – psicoterapeuta Pollicino Onlus, Francesca Prosperini – psicoterapeuta e coordinatrice della Casa sull’Albero del Piccolo Principe
A volte le famiglie affidatarie si fermano davanti alla prima difficoltà burocratica o affettiva e lo rimandano indietro ed è quello che vogliamo scongiurare perchè per i minori è un trauma da rifiuto che si aggiunge ad un altro precedente – spiegano – . Capita più spesso con i preadolescenti (5% di fallimenti) e ancora di più con gli adolescenti (20% di ritorni in struttura) mentre con i piccoli è generalmente più facile che l’inserimento vada a buon fine».
I fili di Emma sono diversi e rappresentano gli step di un percorso che inizia con un cineforum ragionato con riflessioni sul tema dell’affido e testimonianze di genitori affidatari, per proseguire con incontri con psicologi, assistenti sociali, educatori, avvocati, momenti di esperienze condivise, uscite culturali e momenti in famiglia. Dopo la conclusione del percorso sono previsti momenti di incontro e il sostegno continuo alle famiglie e agli affidati perché non si sentano soli nel proseguimento dell’esperienza. L’obiettivo è mettere in rete le famiglie e non lasciarle sole.
La presentazione del progetto, aperta a tutti (famiglie naturali, singoli e coppie arcobaleno) è prevista per il 14 gennaio 2020 ma informazioni si possono già trovare sulla pagina facebook Il filo di emma, oppure scrivendo a info.ilfilodiemma@gmail.com.
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