“Gesù era un immigrato”, posato al Tempio Civico il bambinello nero
La tradizionale posa al presepe degli Amici del Tempio Civico con la presenza del sindaco Antonelli e dei rappresentanti di Jci
Nella mattinata si è rinnovato nel presepe del Tempio civico il tradizionale appuntamento di incontro col Gesù Bambino nero. La cerimonia, nata dall’idea di Angioletto Castiglioni, compie dieci anni ed è portata avanti da JCI (Junior Chamber International), l’organizzazione non governativa internazionale senza scopo di lucro promotrice di un positivo progresso del mondo.
«Il Gesù nero, posato ancora una volta in questo Tempio, vuole rappresentare il significato di pace tra i popoli e ricordare il “nostro” Gesù che è stato, a suo tempo, un immigrato» ha voluto sottolineare Fabio Crespi, presidente di JCI Varese.
Il sindaco, Emanuele Antonelli, ha voluto esprimere il suo encomio verso la tradizionale cerimonia ricordando la bambina nigeriana di Sondrio, morta recentemente in ospedale sotto gli occhi della madre e a suon di insulti: «Dicono che sia una bufala, ma a me non interessa; vero o non vero è pur sempre una creatura deceduta».
Al presepe, allestito dagli Amici del Tempio civico, hanno collaborato i bambini della scuola primaria Chicca Gallazzi con messaggi di pace, per cui Davide Bontempo, Delegato all’ International Summit on Peace ed Incoming National President di JCI Italy 2020, ha precisato: «Dobbiamo migliorarci perché la pace non è un concetto utopico; il rapporto con il Bambin Gesù nero deve trasmettere il messaggio che non ci deve far paura il diverso e per questo dobbiamo cercare di imparare qualcosa anche dai bambini».
«Dieci anni fa Angioletto Castiglioni ha proposto di mettere il bambino nero e la città non aveva apprezzato inmaniera unanime; mentre ad oggi risulta essere un bel messaggio di pace e d’insegnamento per tutti» ha concluso Chiara Milani, presidente nazionale emerito di JCI.
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