Jakovics ci prova, ma tre titolari affondano
Il lettone, con Peak e Simmons, prova a trascinare Varese. Malissimo Clark ma anche Vene e Mayo, spesso tolto dal campo da Caja
PEAK 6,5 – Era affondato a Cantù, si è rifatto con Pesaro e tutto sommato esce con l’onore delle armi dal PalaRadi dove è uno dei pochi a dare continuità e personalità (almeno un pochino) alla squadra. Gli si chiedeva una crescita, sta studiando con un po’ di profitto.
CLARK 4 (IL PEGGIORE) – Quattordici minuti di calvario, nei quali non azzecca un tiro che sia uno (0/5 dal campo, stoppat0 anche su un tentativo dall’arco) e in cui si rovina presto a livello di falli perché fatica a leggere le giocate dei diretti avversari. In attacco non riesce a prendere vantaggio su Palmi, tenero finlandese diventato titolare per assenza di alternative. Certo, il voto che gli diamo è tremendo, però dalla guardia del quintetto base ci aspettiamo ben altro. Chiediamo troppo?
JAKOVICS 6,5 (IL MIGLIORE) – Coraggio, intensità e attributi: quel che i compagni nascondono lui lo butta sul parquet. Per carità, le partite perfette sono altre (Ruzzier lo manda al bar più di una volta, la regia non è lucidissima), però Ingus resta il migliore per volontà, per precisione dall’arco, per punti segnati: giocassero tutti così, staremmo parlando di un altro risultato. Di fatto, è la guardia titolare.
NATALI 5,5 – Il tabellino dice zero punti, eppure siamo convinti che abbia imbucato una tripla. Detto questo, non può essere lui la chiave per cambiare la partita; ci mette onesto lavoro senza troppi spunti.
VENE 4,5 – Interessa poco valutare il fatto che Vene chiuda la partita in doppia cifra, terzo biancorosso per punti segnati (12, bene). Quel che più balza all’occhio sono infatti gli spazi concessi a De Vico e Akele, probabilmente i due migliori in campo, che oppongono all’estone poca classe ma tanta volontà, fame, freschezza, atletismo. Insomma, lo mettono in croce, tanto che Caja gli preferisce per lunghi minuti Ferrero. Serata da dimenticare.
Fuori casa la Openjobmetis è un pianto: anche Cremona la sculaccia
CERVI 5 – Quando dalla società insistevano sul fatto che fosse ancora molto indietro di condizione, non era un bluff. In questo momento il pivot reggiano gira a ritmi molto più bassi dei nove giocatori in campo insieme a lui e i due “passaggi” sul parquet sono impietosi. Giusto fargli fare minuti di vero basket, ma in questo momento sarebbe più utile Gandini.
SIMMONS 6,5 – Di riffa o di raffa, lui c’è sempre. Il duello contro la stellina nascente Happ è bello, perché entrambi trovano il modo di colpire il rivale e danno vita a una battaglia corretta e piacevole. Alla fine il cremonese ha un tabellino anche migliore (13+12 con 5 assist e clamoroso 33 di valutazione), ma il “nostro” non si fa mai mettere sotto e replica con guizzi ed esperienza: 13 punti, 8 rimbalzi, 18 di valutazione.
MAYO 4,5 – L’impressione è che in questo momento Caja si fidi poco di lui: solo 20′ in campo, molti dei quali da ragiunatt, senza pungere, facendo solo attenzione a non combinare guai. L’opposto del regista che giocava da leader, mettendo spruzzate di follia in mezzo a tanto basket, a costo di andare fuori giri. Attilio e Josh si parlino, si confrontino, si mettano d’accordo: per Varese è necessario tornino sulla stessa lunghezza d’onda.
TAMBONE 5 – Qualche sprazzo nel finale, ma l’apporto dato al match è nel complesso piuttosto basso. Nel primo tempo non lascia mai il segno, mentre i pari ruolo italiani della Vanoli si ritagliano lunghi minuti da protagonisti. Insomma: confronto perso.
FERRERO 6 – Sull’onda lunga del partitone esploso con Pesaro, entra in campo molto convinto e dà un paio di frustate positive ai compagni, alla situazione, alla partita. Col passare del tempo ricade nell’antico vizio dei falli spesi con troppa foga: alla fine saranno cinque anche se, a quel punto, il risultato era segnato. 8 punti, 4 perse, ma almeno ci ha provato.
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