“Mi disse ‘mamma non ci voglio più andare’. Ora forse ho capito perché”

La notizia dei sospetti abusi sui bimbi del nido “I folletti del bosco” lascia sgomenti i genitori, che si chiedono come sia possibile quanto documentato dai carabinieri

Indagini sul micronido

«Un giorno mia figlia arrivò a casa con un morso sulla schiena fattole da un altro bambino. “Cose che capitano”, pensavo. La domanda che adesso mi faccio è: ma dov’era la maestra? Ora forse lo so».

Galleria fotografica

Indagini sul micronido 4 di 5

S. è la mamma di due bimbe e che vive non lontano da Cocquio Trevisago, il paese dove un’inchiesta dei carabinieri nata dalla denuncia di alcuni genitori ha scoperchiato l’ennesimo caso di sospetti di maltrattamenti su minori.

Bimbi piccoli, piccolissimi, in tenera età che vanno accuditi come figli, infatti il capo d’imputazione contestato all’educatrice è “Maltrattamenti contro familiari o conviventi”, articolo di legge che si applica anche a chi […]“maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte[…].

Fatti gravi, con retroscena che addirittura vedono coinvolto l’amante dell’insegnante che consumava rapporti sessuali all’interno della struttura.

Poi l’uomo si cambiava di fronte ai bambini e se ne andava, come se niente fosse. «Ora, a leggere tutto questo, forse riesco a capire cosa succedeva all’interno di quel micro nido che per fortuna mia figlia ha frequentato fino all’estate del 2018», racconta la mamma, «poi, sebbene anticipataria, è fortunatamente passata alla scuola materna».

Una decisione presa anche per l’atteggiamento della bimba. «Ad un certo punto piangeva, quando era il momento di uscire di casa, la mattina, per andare al nido appariva triste. Un giorno mia figlia mi disse: “No, mamma non ci voglio più andare”. Ma era d’estate e le lezioni erano quasi terminate: non ci abbiamo dato peso più di tanto».

La madre che racconta è reduce da decine di conversazioni su whatsapp: messaggi allarmati di altri genitori che vogliono sapere.

La procura di Varese ha imposto il divieto di pubblicazione di video o anche di singoli fotogrammi di quanto le telecamere ambientali poste dai carabinieri hanno dimostrato.

Elementi secondo gli investigatori inequivocabili che hanno spinto il pubblico ministero a richiedere al giudice delle indagini preliminari la misura interdittiva che obbliga la responsabile del micro nido “I folletti del bosco” di via Verdi a Cocquio, frazione Torre, lungo la statale 394 a non esercitare quella professione per sei mesi.

«Mi sto sentendo con alcuni genitori che fino a pochi giorni fa avevano i loro bambini in quella struttura e sono rimasti sgomenti dall’apprendere delle accuse mosse all’insegnante. In molti si chiedono se anche i loro figli siano stati oggetto di maltrattamenti. Provo una sensazione bruttissima».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

Un giornale è come un amico, non sempre sei tu a sceglierlo ma una volta che c’è ti sarà fedele. Ogni giorno leali verso le idee di tutti, sostenete il nostro lavoro.

Pubblicato il 06 Dicembre 2019
Leggi i commenti

Galleria fotografica

Indagini sul micronido 4 di 5

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. doink_thedoink
    Scritto da doink_thedoink

    “Interdizione per 6 mesi dalla professione”??? Ma stiamo scherzando? Serve interdizione a vita e processo penale immediato!
    Inoltre telecamere obbligatorie per legge in tutti i nido e le materne: chi lavora bene ed ha cura dei bambini, non ha nulla da nascondere.
    Infine vanno eseguiti controlli e accertamenti continui sull’idoneità di tutte le persone che svolgono lavori a contatto coi bambini.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.