Non solo “arene”, nei gruppi di Facebook c’è spazio per la cultura
Matteo Maggioni, divulgatore "social", usa i post per condividere documenti, foto e informazioni legate la passato delle comunità. "Occorre andare oltre i titoli, imparare il bello di approfondire"
“Lo studio della storia è un potente antidoto all’arroganza contemporanea”. Matteo Maggioni, studioso e divulgatore di Golasecca, molto conosciuto nella zona del Basso Verbano, fa sue le parole dello storico Paul Johnson per una sfida “controcorrente”: utilizzare i social network per condividere la bellezza della cultura.
La sua grande passione per lo studio ha portato Maggioni dapprima a insegnare nelle scuole – dove è docente di educazione finanziaria – e da qualche anno, proprio per l’amore e la curiosità nei confronti della storia, a sfruttare i nuovi canali di comunicazione per “postare” immagini, documenti e approfondimenti a carattere locale. Pillole di storia che ottengono molto interesse tra il pubblico social, tra like, commenti e condivisioni.
Non ama definirsi uno storico, sebbene i suoi interventi sui social non manchino di precisione e accuratezza. «Da anni impegno il mio tempo libero nello studio della storia del nostro territorio – racconta Maggioni -. Tra le varie attività di cui mi occupo, sono attivo anche sui social network dove cerco di pubblicare accadimenti interessanti legati al passato delle nostre comunità. In particolare scrivo post di storia locale nei gruppi Facebook dei paesi della zona».
«Uso Facebook per motivi didattici – continua -. Sui social network spesso si preferiscono slogan e frasi d’effetto che spesso portano le persone a non approfondire più le tematiche importanti, limitandosi a leggere i titoli o i contenuti in maniera sommaria. La cultura e la conoscenza vivono invece di approfondimento: un libro di trecento pagine non può essere riassunto unicamente in un titolo».
Tra le varie attività Matteo Maggioni è anche uno scrittore. Dopo diversi anni di ricerche ha deciso di pubblicare un libro, “Il vagone piombato. Le radici dell’odio dall’Europa al Medio Oriente” (Prodigi Editore), in cui viene analizzato il ritorno di Lenin in Russia agli albori della rivoluzione bolscevica : «Ciò che ho scelto di fare in questo libro è stato proporre “pezzetti” di storia locale per raccontare la storia globale – commenta lo scrittore -. Questo perché non è la storia a ripetersi, ma, piuttosto, sono i grandi errori storici a ripetersi. Succede anche adesso: molte persone, arrabbiate a causa della crisi economica, si affidano per esprimere la propria rabbia a chi urla di più».
I post di Maggioni raccolgono molto interesse su Facebook, la prova che gli strumenti digitali, che spesso godono di pessima reputazione, hanno in realtà grandi potenzialità: «Internet – conclude il divulgatore -, permette di accedere a numerose informazioni grazie a siti, ebook e altri spazi. D’altronde non è poi diverso da leggere un libro cartaceo, ma sono l’autorevolezza delle fonti e il tempo che si dedica alla conoscenza a fare la differenza».
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