Parla il papà del tabaccaio rapinato: “Abbandonati dallo Stato”

Roberto Saibene racconta i minuti di paura vissuti ieri sera dal figlio e chiede aiuto: “Nelle tabaccherie gira troppo contante”

Roberto Saibene questa mattina, giovedì, ha alzato la saracinesca della sua tabaccheria di via Piave ancora una volta: “Ancora una volta controcorrente ma vado avanti – racconta il giorno dopo il grande spavento per il figlio ferito – nessuno ci protegge, siamo una categoria abbandonata dallo Stato”.

Nella vetrata ci sono 4 buchi da arma da fuoco, altri fori in una presa della corrente e nella parte frontale del bancone. Ieri sera, attorno alle 18 un rapinatore col volto coperto da un casco è entrato arma in pugno per rapinare il negozio.

Dietro il bancone c’era il giovane figlio di 23 anni che ha reagito per riprendersi il maltolto ma ha dovuto desistere quando il rapinatore si è messo a sparare.

Per Saibene è la terza rapina in 13 anni: “La seconda a mano armata e questa volta il rapinatore ha anche sparato – prosegue mentre i clienti entrano ed escono chiedendo come sta il ragazzo – fortunatamente mio figlio sta bene, ha riportato solo una bruciatura ma niente di grave”.

Il tabaccaio spiega che il problema sono i contanti: “Ne circolano troppi in una tabaccheria ma lo Stato ci deve aiutare, agevolando l’uso del pos e togliendo le commissioni”.

Rapina tabaccheria olgiate olona 2019

Ci spiega, sfogandosi, che se un cliente paga un pacchetto di sigarette con il bancomat al commerciante non rimane praticamente nulla di quei pochi centesimi che guadagna dalla vendita: “Se non si capisce questo semplice concetto non cambierà mai nulla. Siamo un obiettivo sensibile”. Anche questa volta non chiuderà: “Resto qui a fare il mio lavoro ma chiedo più sicurezza”.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Dicembre 2019
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