Tambone, spirito da derby. Ma Peak e Clark tradiscono le attese
La guardia romana è il migliore tra i biancorossi; bene anche Ferrero. Mayo paga le troppe responsabilità, ma i due esterni USA non incidono mai
PEAK 4,5 (IL PEGGIORE) – I primi minuti della partita sono significativi: Pecchia gli sfugge una volta, gli scappa una seconda, lo batte una terza. Già una sentenza, perché quando ElGei inizia così, poi fa fatica a riprendersi. Ci prova, qua e là, ma viene sistematicamente respinto o dalla difesa o dal ferro. Torna a casa con 3 assist e poco altro, con i rilevatori statistici che gli “scippano” pure l’unico canestro su azione realizzato con un bel tap-in. Quando si dice che non è giornata…
CLARK 4,5 – Se per Peak può contare (ma può?) la giovane età, per Clark non c’è neppure questa scusante. La guardia, tutto sommato, non si “muove male” sul parquet ma quel che conta è il risultato finale. Appena 6 punti, 0 su 6 dall’arco e 5 falli commessi a fronte di una valutazione negativa. Stasera è meglio un brutto Collins (che però fa 7 punti quando conta) di un sinuoso Jason. Fosse ancora in rodaggio, lo perdoneremmo, ma ora è in campo da due mesi.
JAKOVICS 5 – Altro che “il buongiorno si vede dal mattino”. Jako entra bene sul parquet, morde in difesa e sgancia la prima bomba (pur non convertendo il tiro libero). Rimarrà l’unica prodezza: Caja prova a dargli altre occasioni, ma stavolta il lettone non trova il canestro né le sue solite giocate fuori dagli schemi. E così perde di pericolosità.
VENE 6 – Si trova a fare il bomber suo malgrado, perché i compagni all’inizio non fanno mai canestro, e così dopo 10, 15 minuti è di certo il miglior biancorosso sul campo. Poi cala in attacco, tiene in difesa (Burnell combina abbastanza poco) ma è anche autore di alcune sbavature evidenti, a livello di palle perse. Sufficiente sì, ma non di più.
Openjobmetis, è sempre mal di trasferta: brutto stop a Cantù
SIMMONS 6 – Sportellate con Hayes per strappare i rimbalzi, segno che Jeremy è con la testa e con le gambe nella partita. Però latita in qualche chiusura quando Cantù attacca il ferro (e del resto deve sempre cambiare in difesa e poi tornare in area) mentre in attacco gioca esclusivamente da sponda, vivendo tra la linea da 3 e la lunetta. Ohibò.
MAYO 5,5 – Inizia tardissimo a fare canestro (a ridosso dell’intervallo) e non si accende mai del tutto, perché i suoi 19 punti sono frutto di fiammate. Però lo condanniamo solo fino a un certo punto: se il cast di esterni produce pochissimo, eccezion fatta per Tambone, è sempre lui a doversi prendere le responsabilità. Mica sempre può andare bene.
TAMBONE 7 (IL MIGLIORE) – Prova davvero solida e coraggiosa, “da derby” oseremmo dire. Risponde presente quando deve colpire da fuori, gioca alla grande l’ultima palla del primo periodo, si sacrifica in difesa quando Caja chiede a lui di contenere un Pecchia ben più stazzato. Partita a tutto tondo: vuoi vedere che sta cercando di tornare titolare?
FERRERO 6,5 – Poco da rimproverare al capitano che, al netto di qualche errore da dentro i 6,75, disputa una prova solida, con 6 punti e 6 rimbalzi e con falli spesi nel modo giusto, senza cioé esagerare. Quando la partita scappa, prova anche a metterla sulla dialettica in un paio di occasioni, ma Cantù non abbocca… e lui non è abbastanza perfido per il trash talking.
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