Ubi Banca riapre, tra tecnologia e un ambiente “casalingo”
Inaugurata la sede ristrutturata in centro. Addio agli sportelli, spazi aperti e accoglienza ma anche postazione automatiche, una videoroom e un nuovo modo di fare consulenza

È stata inaugurata ieri sera, mercoledì, la filiale rinnovata di Ubi Banca in piazza San Giovanni. Quella che fu la sede del Credito Bustese, aperto 120 anni fa, poi Credito Varesino e Banca Popolare di Bergamo, infine Ubi Banca dal 2007, ha riaperto i battenti in una veste completamente rinnovata al suo interno sia dal punto di vista estetico che tecnologico.
Addio allo sportello e via libera alle casse automatiche per le operazioni che prima si facevano con l’operatore, spazi ampi, postazioni con impiegati pronti a consigliare i clienti, una videoroom per collegarsi con altri esperti (non presenti nella filiale) di operazioni finanziarie più strutturate.
Il responsabile della macro-area Luca Gotti spiega cosa è cambiato negli spazi di piazza San Giovanni: «La sede è stata rinnovata nell’allestimento per far capire che c’è un modo diverso di fare banca. Oggi riapriamo una filiale altamente tecnologica, al servizio di clienti. Abbiamo voluto mettere in luce i fattori che agevolano la fruizione e oggi sembra più una casa che un ambiente bancario. Abbiamo voluto puntare sui tre fattori che sono i pilastri del nostro modo di fare banca: relazione con le persone, senso di appartenenza, fiducia tra chi fa affari».
C’è un’area accoglienza per orientare, un’ area self con macchine csa che sostituiscono i cassieri per il 95% delle operazioni. Il cassiere diventa assistente alle operazioni, aiutando il cliente a districarsi con la macchina.
L’altra novità, come detto, è la videoroom per consulenze particolari con professionisti che si collegano in diretta video per affrontare questioni di credito specialistico. All’interno della filiale lavorano 35 persone.
Anche gli impiegati alle varie scrivanie saranno assistiti e potranno presentare offerte personalizzate in base alle esigenze dei clienti, attraverso modelli matematici e analitici che li supporteranno: «Insomma – conclude Gotti – il modo di fare banca sta cambiando. Ambienti più grandi con servizi di alto livello e meno sportelli».
Il responsabile dell’area sud della provincia Flavio Debellini è soddisfatto dei cambiamenti: «La banca opera in provincia dal 188, prima con il marchio Popolare di Luino e di Varese e Credito Varesino oggi come Ubi.
Abbiamo 80 filiali in provincia di Varese che servono 280 mila clienti e 20 mila imprese. Un terzo di cittadini e imprese della provincia è nostro cliente. Per noi il primo investimento è la formazione, poi i prodotti e infine la filiale. Il rapporto umano è e sarà sempre importante, nonostante la tecnologia.
La cerimonia di inaugurazione, diretta dal padrone di casa Emanuele Locatelli (direttore di filiale) ha visto la presenza del “vicino di casa” Monsignor Severino Pagani che ha impartito la benedizione, del sindaco Emanuele Antonelli e di molti imprenditori e rappresentanti delle categorie del commercio e dell’artigianato locale. Da rimarcare le parole di Antonelli: «Lo dico come sindaco e come commercialista: dalle banche dipendono tutte le nostre imprese. Capisco che dovete sottostare ai rating ma fate attenzione ai vostri clienti che al di là dei numeri spesso meritano fiducia» – per poi concludere con una battuta «questa filiale è molto ben illuminata. Non come le vie di Busto Arsizio dove non riusciamo neanche a far ripartire le luminarie».
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