In comune per parlare di cyberbullismo: 1 ragazzo su 2 ne è stato vittima
Cos’è il cyberbullismo e come combatterlo? Alla tavola rotonda organizzata dall’Università dell’Insubria presente anche Elena Ferrara, prima firmataria della legge 71/2017 contro il cyberbullismo
Secondo i dati Istat, oltre il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subito almeno una volta nella sua vita un episodio di cyberbullismo. Social network e chat sono diventati sempre più scenario di insulti, violenze verbali e isolamento, gli esperti si sono infatti accorti che non solo il cyberbullismo è in espansione, ma si è anche abbassata l’età in cui si verificano i primi episodi, con vittime anche di 5 o 6 anni. Con l’incontro “Prigionieri della rete” che si è tenuto venerdì 17 gennaio in comune a Varese, l’Università dell’Insubria ha voluto puntare i riflettori su questo tema ancora così poco affrontato. Alla tavola rotonda moderata dalla docente del corso di laurea in Scienze della comunicazione Paola Biavaschi è intervenuta anche Elena Ferrara, prima firmataria della legge 71 del 2017 contro il cyberbullismo.
Il cyberbullismo condivide tutti gli aspetti del bullismo tradizionale a eccezione della violenza fisica. Come il ragazzino al quale viene rubata la merenda o che viene escluso dalla vita di classe, la vittima di cyberbullismo ha solitamente delle debolezze – o per lo meno delle fragilità – che la rendono facile preda dei nuovi bulli. L’approvazione di amici e compagni di classe è fondamentale per gli adolescenti, per questo motivo insulti, minacce, e immagini offensive sono spesso motivo di episodi di ansia, malessere fisico, autolesionismo, e in alcuni casi hanno portato ragazzi al suicidio.
La gravità del fenomeno è amplificata dall’utilizzo dei dispositivi – soprattutto smartphone – da parte dei giovanissimi. Gli esperti affermano che il 10% dei bambini di un anno ha già avuto almeno un contatto con un device, e la percentuale sale al 30% per quelli di 2 o 3 anni. Per quanto riguarda gli adolescenti, si è rilevato che l’80% utilizza dispositivi alla sera tardi prima di andare a letto. Il ritardo di sonno accumulato in questo modo è difficile da recuperare, e può far insorgere problemi all’attenzione e compromettere il risultato scolastico.
Ma gli adolescenti per cosa utilizzano i loro dispositivi? Secondo le statistiche la maggior parte li usa per chattare. Anche se attraverso uno schermo, i ragazzi sentono pur sempre il bisogno di socializzare coi loro pari. Forse anche per questo, gli esperti si sono accorti che praticare un’attività assieme ad altri coetanei è un ottimo antidoto contro il cyberbullismo. È quello che pensa il musicista Francesco Cansillo Cortorillo. «Per i ragazzi – fa sapere Cortorillo – entrare a far parte di un’orchestra musicale ha molti benefici: insegna alla bellezza, riempie il tempo dei ragazzi con un’attività difficile e impegnativa capace di colmare il vuoto che si può creare al loro interno, costruisce all’interno del gruppo un senso di amicizia, unione e complicità».
«Nel 2017 – ha raccontato Elena Ferrara – abbiamo deciso di varare la legge 71 dopo anni di indagini e incontri con le scuole, in modo da difendere i diritti dei più giovani. Per combattere il cyberbullismo dobbiamo riscoprire il significato della parola nel suo senso più ampio: la parola come musica e la parola come gesti».
«Nel corso degli anni – ha affermato Rossella Di Maggio, assessore ai servizi educativi del comune di Varese – non si è prestata abbastanza attenzione al cyberbullismo. Pensiamo che i nostri figli in quanto nativi digitali conoscano a fondo i loro dispositivi, ma spesso non è così. È necessario affrontare il problema con un approccio non solo giuridico ma anche culturale».
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