Giorno della memoria, una cerimonia per le vittime omosessuali
La commemorazione sarà sabato 25 alle 11, presso la targa in vetro in memoria dei triangoli rosa ai Giardini Estensi

Sabato 25 gennaio alle 11 si svolgerà la commemorazione delle vittime omosessuali dell’olocausto presso la targa in vetro in memoria dei triangoli rosa ai Giardini Estensi, ingresso biblioteca, a Varese.
Alla cerimonia prenderanno parola il presidente di Arcigay Varese Giovanni Boschini, la presidente di ANPI Provinciale Ester De Tomasi, il segretario generale della CGIL Varese Umberto Colombo, Dolores De Marco di AGEDO Como-Lecco (Associazione Genitori di omosessuali) e esponenti di diverse realtà varesine, tra cui Arci Varese, Amnesty Varese, CuorInversi.
COSA SUCCESSE AGLI OMOSESSUALI DURANTE IL NAZISMO E IL FASCISMO
Nel 1928, il partito nazista dichiarò gli omosessuali ufficialmente propri nemici: essi, si affermò, diffondevano il male nella società tedesca, intaccandone la “sana mascolinità” e la capacità riproduttiva. L’ascesa al potere di Hitler, nel gennaio del 1933, segnò l’inizio della totale distruzione del movimento omosessuale tedesco e l’inizio di una spietata persecuzione. Nel 1934 venne istituita la Reichzentrale zur Bekämpfung der Homosexualität (Centrale dell’impero per combattere l’omosessualità), uno speciale reparto della Gestapo che si occupava dell’omosessualità. Cominciarono ad essere stilate quelle che vennero chiamate le “liste rosa”, nelle quali venivano raccolti i dati relativi agli omosessuali. A partire dal 1936 vennero indicati con un triangolo rosa. Rosa, come il colore delle ragazzine, che serve per ridicolizzare la mascolinità.
In Italia, invece, vi erano tre strumenti principali di repressione: diffida (una sorta di avvertimento pubblico a abbandonare un comportamento “criminoso”, pena l’incorrere in provvedimenti più severi), l’ammonizione (una specie di arresti domiciliari della durata di due anni) e soprattutto il confino, cioè la residenza coatta in un luogo lontano da quello in cui la persona viveva, con limitazioni della libertà personale. Poteva bastare una diceria per far scattare una denuncia al Questore. Senza che l’indagato ne sapesse nulla, partiva un’indagine che quasi sempre portava all’incriminazione davanti alla Commissione Provinciale.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Adriana Andriani su Bogno, la Fondazione Sacro Cuore in liquidazione. Bini: "Non c'erano le condizioni economiche per proseguire"
Bruno Paolillo su Ottant’anni fa Hiroshima: la memoria della bomba che cambiò il mondo
PaoloFilterfree su Vigili del fuoco, organico solo sulla carta: Candiani denuncia l’abuso delle leggi speciali. "Vuote anche le case Aler in convenzione"
Alessandro Zanzi su Crescono le diagnosi di disabilità tra i minori di Varese: +500% in 10 anni
Lina Hepper su La Provincia di Varese studia un gestore unico dei rifiuti: "Una strategia a lungo termine per anticipare il futuro"
Cloe su Quattro eccellenze varesine premiate dai Travelers' Choice 2025 di TripAdvisor
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.