Una pennellata di rosso sul guardrail: “Qui si spaccia eroina“
Lo stratagemma utilizzato dai venditori per indicare il punto esatto in cui fermarsi con l’auto per comprare la droga
Ad assistere alle battute per trovare gli spacciatori sulle montagne della Valcuvia rimane alla fine a mezz’aria una domanda cui è difficile dare risposta in una zona così impervia: ma come fa a incrociarsi la domanda e offerta di droga proprio qui?
I posti sono davvero fuori mano: si è sulla cresta del monte a diversi chilometri dal fondovalle dove spesso i telefoni non prendono. Nelle inchieste sullo spaccio vengono invece solitamente riscontrati centinaia di contatti fra gli spacciatori e gli acquirenti attraverso whatzapp, che poi è lo stesso sistema che viene utilizzato per indicare alle “catene“ di tossici dove trovare le sostanze, cioè le nuove piazze di spaccio.

E questo vale nel fondovalle, dove le comunicazioni sono efficaci e c’è linea e rete dati. Ma se il telefono non prende? Ecco lo stratagemma: una pennellata di vernice rossa sul guardrail in metallo, ma anche sui paracarri in pietra indica che quello è un posto in cui ci si può fermare per la dose.
Basta poi suonare il clacson, scendere e pagare. Ed è nelle vicinanze di questi luoghi che di solito sono nascoste le armi: coltelli dalla lama lunga, machete che spaventano se qualche cliente vuole fare il furbo.
Alcuni di questi segni rossi erano esistenti già da tempo perché utilizzati durante le gare di rally (in alcuni tratti ve ne sono anche di colore azzurro) per segnalare il percorso.
Ma altri sono stati appositamente realizzati proprio per i traffici illeciti nei boschi e scoperti dai carabinieri; non a caso il blitz di questa mattina è avvenuto proprio in prossimità di uno di questi segni a bordo strada: era l’indicazione dell’ingresso nel bosco dove, poco più sotto si trovava la postazione dei pusher.
La retata di questa mattina, venerdì, ha fruttato l’accompagnamento di due persone in caserma a Luino per le operazioni di foto segnalamento al termine delle quali è stato stabilito trattarsi di un 22enne e di un 34enne, marocchini, gravati entrambi da alias e precedenti penali specifici di spiaggio.
Il più grande ha dichiarato di essere appena arrivato dal Veneto e che si trovava in zona per cercare lavoro.
Entrambi sono stati denunciati per l’attività di spaccio visto che dai loro telefoni è emerso chiaramente il motivo della loro presenza nei boschi; oltre che una denuncia per non aver ottemperato ad una precedente espulsione, già pendente su di loro.
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