Quattro Europe “diverse” prima di affrontare l’Oceano
Marsiglia, Barcellona, Lisbona e Madeira sono le prime tappe del giro del mondo che sta facendo il bustocco Giuseppe Corso. Ecco il suo racconto
Il bustocco Giuseppe Corso ha iniziato il suo viaggio intorno al mondo. Ecco il racconto delle prime quattro tappe di questo tour che durerà fino al 30 aprile.
Marsiglia con i suoi contrasti tra la città vecchia e quella nuova, Barcellona con le sue stravaganze (e la Sagrada Familia ancora in costruzione), Lisbona sulla quale veglia l’imponente castello di São Jorge e la natura rigogliosa di Madeira. Sono queste le prime quattro tappe del mio lungo viaggio intorno al mondo: quattro città molto diverse, alcune delle quali avevo già avuto modo di visitare, che è stato un piacere rivedere o scoprire per la prima volta.
Marsiglia è stata la prima incontrata dopo aver levato l’ancora dal porto di Genova e aver navigato per tutta una notte, la mia prima notte su una nave da crociera.
Da lì abbiamo fatto rotta verso Barcellona e ho approfittato della giornata per girarla in lungo e in largo: dall’iconica Rambla all’affascinante Parco Güell, dai labirintici vicoli del Barri Gòtic all’imponenza della Sagrada Familia passando poi per i fantasiosi palazzi progettati da Gaudi. Un giro breve ma intenso…il mio orologio dice che ho camminato per 25 chilometri!
Tornati a bordo abbiamo poi abbiamo lasciato il mediterraneo per iniziare a navigare nell’Oceano Atlantico. Oltrepassare lo Stretto di Gibilterra una certa emozione la dà: fa riflettere pensare che fino a non molti secoli fa lo si riteneva un limite invalicabile oltre cui non era più possibile andare, un passaggio quello delle Colonne d’Ercole oltre il quale il pericolo e l’ignoto avrebbero condannato ogni essere umano alla fine. Dubbi e leggende che non hanno fermato i primi esploratori e che, naturalmente, non hanno fermato la nostra nave.
Così abbiamo fatto rotta verso nord per raggiungere Lisbona, la capitale del Portogallo che si può raggiungere solo navigando per un po’ all’interno della foce del fiume Tago. Una città nella quale ero già stato qualche anno fa, prima di affrontare un viaggio di 3.000 km in bici per tornare a casa a Busto Arsizio, e che mi ha davvero fatto capire quanto sia diverso vivere le città in sella alle due ruote o a piedi. Non ho però perso l’occasione di girarla in lungo e in largo, camminando qualcosa come 16 chilometri. Ma anche quando abbiamo lasciato gli ormeggi del porto non abbiamo lasciato il Portogallo: abbiamo fatto rotta verso sud, navigando per più di un giorno, e approdando poi nell’isola di Madeira.
Questo arcipelago vulcanico a 600 chilometri dalle coste africane è infatti ancora una regione portoghese, residuo dell’epoca coloniale. Un’isola con una natura rigogliosa, con colline verdi nelle quali si alternano le coltivazioni di canna da zucchero a quelle di banani e agave. Beh, in realtà c’è tanto spazio dedicato anche alle viti con le quali si produce un ottimo vino famoso in tutto il mondo. Ma forse tra i frutti di quest’isola ce n’è uno che è ancora più famoso: Cristiano Ronaldo. Il campione del calcio è infatti nato qui e tantissimi si mettono in posa con la sua gigantesca statua. Due metri di bronzo che a me non hanno dato molte emozioni…forse perchè sono interista.
Ora, dopo aver lasciato quest’ultima propaggine di Europa, ci dirigeremo verso Capo Verde e poi da lì affronteremo la lunga traversata verso il Brasile.
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