Ravo e la nuova “allegoria“ a palazzo di giustizia
Dopo l’opera dedicata ad Artemisia Gentileschi è pronto l’affresco che riprende il capolavoro barocco di Corrado Giaquinto
Il profumo di colore e la grande impalcatura che un po’ svela le forme barocche di dame e fanciulli fra viavai di avvocati e carabinieri, tutti col naso all’insù mentre affrontano la salita al piano superiore nella grande scalinata del palazzo di giustizia a Varese.
Sui ponteggi lasciati appena abbozzati prima di Natale sono accesi i fari alogeni che illuminano gli ultimi segni lasciati da Andrea Ravo Mattoni, artista varesino famoso nel mondo per le sue opere murali che accendono lo stupore.
Chi passa, sbircia. E dietro al telo si può già oggi godere di una visione parziale dai colori vivi e profondi: qui le forme tenui di un fanciullo, là le rotondità di una dama. Sul pianale formato dalle assi c’è Ravo, accosciato, con la maschera appena alzata per concedersi un caffè mentre tutt’intorno regna il caos ordinato di una piccola bottega d’artista sospesa e composta da decine e decine di colori racchiusi in bombolette spray «ma non chiamatemi graffitaro».
Ravo è un artista di strada, urban artist va bene, street artist anche, «ma graffitaro no». Secondo la Treccani, graffitaro è chi «servendosi generalmente di bombolette spray, realizza la propria tag o altri disegni variamente stilizzati, sulle pareti esterne dei mezzi pubblici, sui muri esterni di edifici o altre superfici urbane […]».
Un termine che può suonare come un dispregiativo. Per questo Mattoni preferisce chiamarsi per quello che è, un artista. «Non che non lo sia mai stato, un graffitaro. Sì, l’ho fatto, ma l’opera che sto realizzando, come Artemisia l’anno scorso, è un’altra cosa».
Al piano terra, a proteggere l’aula dei confronti e degli incidenti probatori racchiusa in uno scrigno al servizio di chi deve rispondere alle domande di un pubblico ministero o riconoscere un aggressore, c’è lo sguardo di Artemisia Gentileschi, la grande pittrice romana di scuola caravaggesca vissuta a cavallo tra Cinque e Seicento di enorme talento per dipinti e pensiero immortalata da Ravo Mattoni con un’opera murale inaugurata qualche mese fa.
Il soggetto invece quasi ultimato ma ancora da svelare è la copia su una quarantina di metri quadri di parete de “L’allegoria di pace e giustizia“ dipinto realizzato tra il 1760 e il 1762 – pochi anni prima della morte – da Corrado Giaquinto, pittore settecentesco. «L’opera è sostanzialmente completa, mi manca la visione d’insieme che riuscirò ad ottenere solo dopo aver tolto la copertura del ponteggio».
Una data ufficiale dell’inaugurazione ancora non c’è ma molto probabilmente lo scoprimento avverrà il 20 di gennaio alla presenza delle autorità. Ravo, 38 anni, di Luvinate, è autore apprezzato in tutt’Europa, «ma quest’anno lavorerò molto vicino a casa: sono da pochi mesi diventato papà».
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