Un centro polispecialistico in centro città: il progetto fa discutere la commissione

Maggioranza spaccata sul progetto di una clinica privata in via Sonzini. Parcheggi e traffico in aumento le criticità sollevate

suore ancelle via sonzini varese

L’ex sede delle Suore Ancelle di San Giuseppe in via Sonzini, che si estende dalla fine di via de Cristoforis a via Walder a Biumo Inferiore, diventerà un centro polispecialistico privato: questo è il progetto presentato all’amministrazione e sottoposto al giudizio dei membri della commissione urbanistica, dopo l’approvazione in giunta del 16 gennaio scorso.

«Si tratta di una operazione che coinvolge 15.300 metri cubi, in un’area tutelata da vincolo da parte della soprintendenza, specie per alcuni affreschi interni all’edificio, diverse parti architettoniche, e il parchetto interno – ha spiegato l’Assessore Andrea Civati – Il progetto complessivo dovrà quindi avere parere espresso della soprintendenza. Poichè le religiose già usavano l’edificio per scopi socio-assistenziali e non c’è variazione d’uso, il progetto non avrebbe bisogno di approvazione del consiglio comunale, ma la proprietà ha chiesto che facesse questo percorso per una maggiore condivisione del progetto».

Come opere destinate alla pubblica utilità, il progetto comprende la sistemazione sede stradale, marciapiedi, arredo urbano e abbattimento barriere architettoniche, oltre a soluzioni come car sharing e car pooling “per rispondere a una eventuale maggiore domanda di sosta”. Ed è stata proprio la questione della sosta ad animare il dibattito: basterà infatti il parcheggio interno da 20 posti previsto nel progetto, per assorbire l’impatto che una struttura come quella nel centro cittadino può creare?

La struttura, secondo il progetto, metterà a disposizione degli utenti due sale operatorie, 15 stanze per la degenza e 10-15 medici in grado di visitare negli ambulatori previsti: «Secondo lo studio della proprietà, si prevedono in media 50-70 simultaneamente compresi medici, paramedici e lavoratori – spiega l’assessore – Il che porta alla richiesta da parte nostra di 20 posti auto come previsto dal PGT: una ogni 5 persone che si possano trovare contemporaneamente in quel luogo. 20 posti possono sostenere infatti fino a un totale di 100 persone».

Commissione urbanistica varese 20 gennaio

Molte sono però le perplessità dei membri della commissione: sia sulla congruità dei posti, come ha sottolineato il consigliere della Lega Binelli, sia sull’impatto che una struttura del genere potrebbe avere sul traffico di via Dandolo: a farlo notare in questo caso il consigliere della Lista Orrigoni Vigoni.

Ma i più critici di tutti si sono rivelati i rappresentanti di Varese 2.0:  «C’è una serie di ragioni per nutrire perplessità per questo progetto – ha spiegato Elena Baratelli – Tra cui quella della viabilità non è l’ultima. Ma c’è anche la tutela di una area storica, e la non necessita di portare una nuova struttura sanitaria in centro».

Quando poi è stata ricordata l’approvazione in giunta: la consigliera ha ricordato che «Non ha avuto l’unanimità» poichè il loro rappresentante in giunta, Daniele Zanzi, ha votato contro: «Si tratta quindi anche di una questione metodologica – ha concluso Baratelli -Rispetto alla non condivisione nell’ambito della maggioranza di un progetto così impattante».

Alla fine il progetto è passato a maggioranza, con due contrari – Baratelli di Varese 2.0 e Binelli della Lega – e l’astensione del rappresentante della lista Orrigoni Vigoni. Ora il progetto arriverà perciò in consiglio comunale per la discussione.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Gennaio 2020
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Commenti

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  1. ccerfo
    Scritto da ccerfo

    Ma non sarebbe possibile utilizzare una parte de La Quiete?
    Niente problemi di parcheggio, equivalente comodità (forse anche meglio…) e recupero, anche se parziale, di una struttura che rischia ogni giorno di più il degrado.

    1. Alessandra Toni
      Scritto da Alessandra Toni

      La Quiete è andata all’asta più volte ma sono sempre andate deserte. Nel periodo precedente alla chiusura il sindacato lamentava un prezzo troppo elevato che non è mai stato abbassato. È chiaro che quella sarebbe stata una soluzione, ma probabilmente non economicamente vantaggiosa

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