Appiccavano incendi per cacciare e ripulire i pascoli, condannati

Pene esemplari per tre persone scoperte dai carabinieri forestali di Como: due anni di reclusione e pagamento delle spese processuali

Incendi Como

Le condizioni atmosferiche delle settimane recenti, caratterizzate da assenza di piogge, temperature elevate rispetto alle medie del periodo ed alcune giornate di vento intenso hanno reso elevato il rischio dello sviluppo di incendi boschivi.

Diversi principi di incendio si sono sviluppati in questi ultimi giorni fortunatamente contenuti per il tempestivo intervento dei Carabinieri Forestali e delle strutture deputate allo spegnimento degli eventi (Vigili del Fuoco, Provincia, Comunità Montane, Enti Parco, Associazioni di volontariato). In particolare gli incendi si sono verificati nei comuni di Cucciago, Albavilla, Albonico, Capiago Intimiano e Stazzona.

Per l’individuazione delle cause e la ricerca dei responsabili degli eventi stanno indagando i Carabinieri Forestali attraverso l’impiego delle proprie stazioni ed il Nucleo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale.
Proprio nelle settimane scorse si sono conclusi con tre condanne per incendio boschivo doloso due distinti procedimenti penali relativi a diversi incendi boschivi verificatisi nel 2018.

Incendi Como

Nel primo caso si trattava di un incendio boschivo avvenuto nell’aprile del 2018 in comune di Carate Urio che riguardò un terreno di circa un ettaro, adibito a pascolo cespugliato a ginestra in via di imboschimento con presenza di betulle. Il responsabile, un uomo della zona che è stato condannato, a seguito di giudizio abbreviato, a 2 anni e 8 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali, aveva provocato l’insorgere della combustione allontanandosi rapidamente dal luogo dell’evento. Nel corso del processo è emerso che le motivazioni del gesto fossero connesse con la sua attività di cacciatore e che lo scopo dell’azione fosse quello di ripulire l’area interessata da arbusti, ginestre e cespugli al fine di esercitare in maniera più agevole la propria attività venatoria.

Nel secondo caso si trattava di un incendio boschivo avvenuto in comune di Garzeno sempre nell’aprile 2018 e di altri tentativi di provocare ulteriori eventi nelle settimane successive. Per tale illecito sono state condannate due persone, padre e figlio, sempre a seguito di giudizio abbreviato, a 2 anni di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali. In questo caso gli incendi venivano appiccati con l’ausilio di inneschi incendiari realizzati attraverso l’utilizzo di comuni candele bianche in cera. In questa maniera i responsabili dei roghi avevano la possibilità di allontanarsi dalla zona degli eventi in tutta tranquillità prima che si innescasse la combustione. In particolare i due sono stati ritenuti responsabili di un incendio boschivo avvenuto il 27 aprile 2018. In questo caso è stato ritenuto che le motivazioni dei gesti fossero correlate allo svolgimento della loro attività di allevatori di capre, e che l’intento fosse quello di utilizzare il fuoco per procedere alla ripulitura dei pascoli dalla vegetazione spontanea che cresceva nei loro terreni.

In entrambi i casi l’individuazione dei responsabili è avvenuta a seguito di lunghe e laboriose indagini da parte dei Carabinieri Forestali effettuate sia utilizzando le tradizionali tecniche investigative che le più moderne tecnologie per la ricostruzione degli eventi ed il capillare controllo del territorio.
Oltre alle condanne penali la normativa vigente prevede l’applicazione delle sanzioni amministrative riportate nella legge regionale n. 31 del 2008 (“Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale”) che risultano proporzionali alla superficie di bosco percorsa dal fuoco. Nel caso in cui si sviluppino incendi particolarmente estesi l’importo di tali sanzioni può risultare anche molto rilevante.
In considerazione del prevedibile aumento del rischio di incendi boschivi, ed al fine di prevenire lo sviluppo di ulteriore eventi e reprimere eventuali trasgressioni in merito, i Carabinieri Forestali procederanno ad una intensificazione della propria attività di controllo del territorio, specialmente nelle aree più soggette a rischio.
Tale attività andrà ad integrarsi con quella degli altri enti ed associazioni deputati alla prevenzione ed allo spegnimento degli incendi boschivi, al fine di cercare di scongiurare il ripetersi di eventi che lo scorso anno assunsero dimensioni molto rilevanti, come l’incendio di Sorico, avvenuto a cavallo tra il dicembre 2018 ed il gennaio 2019, e che fu provocato dall’uso incauto di un braciere per la cottura delle vivande in una giornata di vento fortissimo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Febbraio 2020
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