Il Comitato non molla: “L’Ospedale di Cuasso è un valore per il territorio”
Un centinaio di persone ha affollato ieri sera il Teatro di Cuasso per l'assemblea organizzata dal Comitato per l'Ospedale sul futuro della struttura che Regione e Azienda ospedaliera vogliono privatizzare
Teatro Nuovo affollatissimo ieri sera per l’assemblea organizzata dal Comitato per l’ospedale di Cuasso per discutere con cittadini e amministratori del territorio il futuro della struttura sanitaria.
Un centinaio di persone ha seguito con interesse tanto l’introduzione storica curata da Giuseppe Terziroli quanto la ricostruzione delle principali tappe della tormentata storia economica e politica dell’Ospedale, riassunte da Gian Battista Seresini uno dei referenti del Comitato che da anni si batte per contrastare il declino della struttura.
Al tavolo dei relatori anche Giovanni Resteghini, sindaco di Bisuschio e presidente della Commissione socio-sanitaria della Comunità montana del Piambello e Fabio Tortosa, consigliere della Comunità montana, che insieme hanno presentato i punti centrali del progetto elaborato ormai 5 anni fa per il rilancio dell’Ospedale.
Molti i sindaci presenti in sala. Oltre a Resteghini hanno partecipato il sindaco di Induno Olona Marco Cavallin e quello di Arcisate Gianluca Cavalluzzi, Jenny Santi di Porto Ceresio, Fabio Zucconelli di Brusimpiano e il consigliere delegato Gianbattista Calabria in rappresentanza del sindaco di Cuasso assente per precedenti impegni.
Tra il pubblico molti lavoratori dell’Ospedale ma anche tanti cittadini, interessati a capire cosa succederà ora che Regione Lombardia e Azienda ospedaliera hanno dato il via a quella che, al di là della formula usata, appare a tutti come una vera e propria volontà di privatizzare la struttura.
Una struttura che, come è apparso chiaro dalla ricostruzione del Comitato, è stata progressivamente svuotata – passando dai 144 posti letto del 2000 agli attuali 40 – e impoverita, e dove sono stati spesi diversi milioni di euro di soldi pubblici non per migliorarla, ma per distruggerla, come dimostra il piano di ristrutturazione avviato e mai completato.
Una situazione che anno dopo anno si è fatta sempre più critica e densa di incertezze, e a cui il territorio, rappresentato dalla Commissione socio-sanitaria della Comunità montana, ha risposto nel 2017 con un progetto di riqualificazione e valorizzazione che prevede una collaborazione e una sinergia tra pubblico e privato, mantenendo al centro l’interesse pubblico con un compito di “regia”.
«Un progetto da tempo sul tavolo di Regione Lombardia e dell’azienda ospedaliera – ha spiegato Resteghini – Abbiamo avuto anche modo di illustrarlo, ma la scelta di procedere con il bando per affidare a privati la struttura, al di là delle belle parole, è la risposta che è stata data non solo alla Commissione, ma a tutto il territorio».
Il Comitato però è intenzionato a non mollare la battaglia: «Quella di questa sera è la prima di una serie di assemblee che vogliamo organizzare in tutto il territorio – ha detto Seresini – Continueremo a lottare, forti anche delle oltre 8.500 firme raccolte tra i cittadini».
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