Crolla il traffico aereo. E adesso c’è paura per il lavoro
Fino a mercoledì persi 85mila passeggeri, da giovedì sono scattate le prime cancellazioni di voli. Anche Easyjet ridurrà le frequenze. La crisi improvvisa si aggiunge alla fine di Air Italy: si temono centinaia di licenziamenti
La preoccupazione è nell’aria da giorni. Quasi la si respira, quando c si muove nei saloni semivuoti di Malpensa, in questi giorni in cui l’emergenza coronavirus ha fatto crollare il numero di passeggeri e poi, man mano, i voli stessi.
Tra Milano Malpensa e Linate i passeggeri – nei primi tre giorni della settimana di blocco e misure straordinarie – sono diminuiti del 32,5%, all’aeroporto di Bergamo Orio al Serio del 30%. Insomma: un passeggero su tre si è “volatilizzato”.
E la progressione, fino ad oggi, è tutt’altro che tranquillizzante. Prendiamo gli scali Sea, Malpensa e Linate: -21,6% lunedì, -37,6% martedì, -41,5% mercoledì. Totale 177.785, 85.000 in meno degli stessi tre giorni dello scorso anno.
«Qui non si muove nulla» spiega un taxista in coda davanti al T2, nell’attesa (semi-vana) di passeggeri. Il movimento ridotto si vede ovunque, sul marciapiedi del Terminal, alla fila dei taxi, nei negozi.
Ma il vero problema potrebbe essere “dietro”: con meno passeggeri ora “saltano” anche i voli, le compagnie riducono i voli e le frequenze. Senza contare i casi – come Israele, Giordania o Santo Domingo – in cui le autorità nazionali hanno vietato gli ingressi dall’Italia.
Un aereo Air Italy nei giorni in cui la compagnia operava: ogni volo dà lavoro a decine di personeHanno cancellato fino alla fine della stagione i collegamenti su Milano Bulgaria Air, Kuwait Airways, Korean Air, Azerbaijan Airlines e Twin Jet. Anche Turkish cancellerà tre voli giornalieri da lunedì 2 marzo, due su Istanbul International e uno su Sabiha Gökçen.
La low cost dell’Est e Mitteleuropa Wizz Air ha ridotto le frequenze, mentre Easyjet ha annunciato un taglio non ancora ben quantificato (al di là del blocco per la Giordania): si parla di riduzione di frequenze e non di cancellazione temporanea di intere rotte. Unica rotta “congelata”, quella per la Giordania: i voli di rientro saranno operati fino a domenica. Sarà invece sempre operata la rotta per Israele.
E le cancellazioni significano meno lavoro “dietro”, appunto: addetti dell’handling, security, catering e così via.
Complice anche la crisi di Air Italy, già nei giorni scorsi si ipotizzavano più di 300 esuberi nei servizi di handling, senza contare però gli altri. Cifre tutte da confermare, certo. Ma lo scenario che somma crisi a crisi – Air Italy, il blocco dalla Cina, ora i timori sull’Italia – riduce anche le capacità di “manovra” anche delle aziende. «È la prima volta che lasciamo a casa persone, pensavamo di gestire ma ora diventa impossibile».
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Tra la gente diciamo normale, tra gli imprenditori, tra i grandi dirigenti di azienda serpeggia sempre più l’idea che questa emergenza dal punto di vista politico è stata gestita in modo pessimo, creando allarmismo opportunamente amplificato dai mass media. Se i nostri politici fossero alle dipendenze di una azienda privata sarebbero stati già licenziati.
La sceneggiata di Fontana con la mascherina è l’emblema di un paese che non sa gestire più nulla, in costante crisi di nervi, profondamente diviso nonchè litigioso.
Conte finita questa emergenza dovrebbe avere la dignità di sciogliere il governo e andiamo al voto mettando qualcun altro a riparare i cocci (meglio se straniero).
Ora l’Italia è marcata come untrice e tutti ci chiudono le porte in faccia…nel frattempo negli altri paesi (come prevedibile) il virus si espande. Chi può accusa l’Italia o gli italiani…chi invece non ha appigli si riserva di sparare a caso cifre ed eseguire migliaia di tamponi.