Due nuovi capannoni e la “casa famiglia” diventa grande
La "Mirabilia Dei" ha ottenuto fondi per la realizzazione di due strutture che consentiranno a venti persone che vivono nella cooperativa di lavorare e rendersi autonome
La strada che porta alla “casa famiglia” è sterrata e affiancata da piccoli cipressi alternati a sculture che rappresentano le tappe della Via Crucis. Il panorama in cima è meraviglioso: prati, il monte Rosa e il paese di Inarzo sullo sfondo.
La cooperativa sociale Mirabilia Dei, da poco ristrutturata, sta crescendo: da Fondazione Cariplo e Fondazione Comunitaria del Varesotto ha ricevuto 140 mila euro che sta utilizzando per realizzare un capannone per lavorazioni elettromeccaniche e uno che diventerà laboratorio gastronomico, dove sarà possibile trasformare prodotti alimentari provenienti dall’attività agricola e destinarli alla ristorazione sociale
Nella grande casa, la vecchia cascina Maì di proprietà dei Brugnoni che la donarono a patto che fosse utilizzata per fini sociali, vivono 35 persone; 20 tra uomini e donne, più il “nucleo” centrale, i fondatori della cooperativa: marito e moglie, Pietro e Martina Crosta, con quattro figli tra i 12 e i due anni, il fratello di Martina con la moglie e i due figli, il “patriarca” Lorenzo Crosta con la moglie.
“Vivono con noi persone con deficit intellettivo o con patologie psichiatriche stabilizzate e quindi autonome e autosufficienti – spiega Martina Crosta (in alto nella foto) – Il nostro obiettivo primario è da sempre rimettere a reddito uomini e donne che hanno sempre lavorato e per varie ragioni ora si trovano sole e senza occupazione. Non vogliamo che dopo aver versato contributi per anni, si ritrovino senza pensione. E così il nostro progetto prevede anche la formazione mirata. Cerchiamo la collaborazione di aziende che debbano assolvere alla legge sul collocamento obbligatorio e facciamo in modo che le persone crescano e si formino. Altre invece lavorano qui in cooperativa”.
Chi può dà una mano in cucina, pulisce le stanze, cura il verde (tanto) che circonda la cascina; gli altri invece si occupano di assemblare manufatti o produrre e confezionare prodotti gastronomici, marmellate, salse e quanto si può produrre a chilometro zero.
“La lavorazione elettromeccanica è il nostro core business – spiega ancora Martina Crosta – Mio padre Lorenzo ha sempre fatto quello di lavoro, fino a quando un giorno, nel 1982 ha deciso di dare una svolta alla sua vita ed aiutare le persone in difficoltà. Da qui è cominciato tutto e così siamo cresciuti. Oggi abbiamo avviato una collaborazione importante con un’azienda della provincia specializzata nello sviluppo di laser hi tech. Abbiamo dimostrato di saper fare bene il nostro lavoro, con precisione e rispettando i tempi di consegna. Così gli ordini sono aumentati ed oggi non possiamo più lavorare nel capannone che abbiamo preso in affitto, per questo abbiamo deciso di costruirlo qui“.
Sono due grandi strutture da 600 metri quadri l’uno: uno ospiterà appunto la lavorazione elettromeccanica, l’altra la produzione e il confezionamento di prodotti gastronomici, in parte coltivati nei giardini della cooperativa di via Monte Grappa in parte acquistati da produttori della zona.
“La nostra famiglia sta crescendo molto – spiega Martina – e questo non può che farci felici. Ma dobbiamo trovare un modo per sostenerci economicamente: vogliamo essere autosufficienti e la strada che abbiamo intrapreso funziona. Mio padre dice che siamo “mercenari della carità”…Ci piacerebbe poter offrire sicurezza a chi vive con noi, ma anche autonomia, vogliamo far sentire queste persone ancora utili, riempire le loro giornate”.
I due capannoni saranno pronti a fine aprile: “Faremo un’inaugurazione e inviteremo i rappresentati della Regione Lombardia. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti”.
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