Grande cucina nel ricettario nato dai carcerati dei Miogni
“Cucinare al fresco“ è stato presentato questa mattina in Regione Lombardia. Tante le sorprese fra le pagine del magazine

Crema di fagioli al pomodoro in foglia di banano e coniglio al forno, penne alla genovese e crocchette di patate alla mortadella.
Non è la carta di un ristorante ma l’elenco dei piatti contenuti nella terza edizione del magazine «Cucinare al fresco», il ricettario realizzato dai detenuti del carcere dei Miogni di Varese, di Como Milano Bollate e Milano Opera che tornano in libreria con una nuova edizione dedicato alle ricette dell’inverno.
Il progetto editoriale è sostenuto dal Lions Club di Cernobbio ed è ormai un appuntamento fisso perché nelle 24 pagine vengono racchiusi i segreti di decine di persone private della libertà. La presentazione è avvenuta questa mattina martedì 4 febbraio in Regione Lombardia, a Palazzo Pirelli.
Cucinare al fresco, oltre a essere diventata una testata giornalistica, è un incoraggiamento a non perdere mai le speranze, un invito a guardare oltre e a pensare di poter contribuire, con piccoli gesti, ad azioni che invogliano a fare qualcosa di buono.
Dopo il contributo dello chef bistellato Moreno Cedroni della Madonnina del Pescatore di Senigallia, che ha firmato l’edizione speciale di Natale, ora il progetto ha raggiunto un altro traguardo: la sperimentazione che coinvolgerà tutte le carceri italiane e i reclusi interessati.
È stato infatti siglato un accordo tra il Provveditorato Regionale della Lombardia, il direttore del carcere di Como e l’ideatrice del progetto Arianna Augustoni, un protocollo per poter sviluppare l’iniziativa nel maggior numero di Istituti e con tutti coloro che intendono apportare il proprio contributo.
«Colpisce la cura certosina con la quale alcune persone detenute, con risorse limitate, sanno mettere insieme ingredienti semplici per realizzare pietanze succulente che sanno di nostalgia di casa. Colpisce ancora di più se, per fare questo, non hai a disposizione una cucina vera e propria ma un angolo della tua cella e un fornelletto da camping», ha commentato Pietro Buffa Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria.
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