Preoccupazione per Air Italy: pochi aerei, poco lavoro
Lo stop ai B737Max ha aperto una serie di difficoltà, gli aerei si sono ridotti a otto. In estate usciranno dalla flotta alcuni aerei in leasing e ora i sindacati sono preoccupati
Pochi aerei in flotta – dopo il blocco dei B737 Max – e poche ore di volo per il personale. C’è una bella dose di preoccupazione, intorno alle strategie di Air Italy, la compagnia che vuole fare di Malpensa il suo hub.
Il sindacato confederale – Cigl, Cisl e Uil – ha fatto un passo formale mandando una richiesta di incontro al Ministro dei Trasporti Paola De Micheli, al titolare del dicastero del Lavoro Nunzia Catalfo e a quello dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, oltre che ai presidenti della Sardegna e della Lombardia.
Un nodo è quello della disponibilità di aerei con cui operare: lo stop ai B737 Max a livello mondiale ha avuto come conseguenza anche la messa a terra dei velivoli Air Italy, ma soprattutto ha cambiato completamente il mercato del leasing, mettendo sotto pressione le compagnie.
Nei giorni scorsi, a fronte probabilmente anche dell’inquietudine del personale del vettore, il sasso nello stagno l’ha gettato per primo Dario Balotta: «La flotta era costituita da cinque Airbus 330 in leasing di proprietà Qatar, di cui uno uscito dalla flotta questo mese (e riaffittato a Blue Panorama) e altri seguiranno nei prossimi mesi ( uno il 31/7 e l’altro il 31/8), tre Boeing 737 Max (ritirati dopo gli incidenti del 2019), e quattro Boeing 737/800, due dei quali in uscita entro giugno». Totale: otto aeromobili attualmente, ma appunto con prospettiva di contrazione già a inizio estate
Lo stesso Balotta segnala poi l’operatività non ineccepibile di alcune rotte, compreso lo stop alle rotte sull’India, che erano state annunciate con grande evidenza. Dall’azienda, in questi giorni, hanno scelto la linea del silenzio. Tra le file del personale della compagnia c’è invece preoccupazione da tempo e adesso trova sponda anche nel sindacato.
“Tutte le aspettative e gli impegni assunti dal management sono stati disattesi ed ormai da mesi prosegue l’opera di dismissione di aeromobili, di chiusura e trasferimento delle attività verso altri vettori, determinando scenari preoccupanti non solo per i lavoratori di questa importantissima azienda ma anche per i territori coinvolti, considerati gli effetti nefasti in termini di prospettive occupazionali”, denunciano i confederali. L’Anpav – la sigla degli assistenti di volo – denuncia il «crollo verticale delle ore volo» e la «continua cessione di attività in wet lease a compagnie dell’Europa dell’Est».
In mezzo, ci si è messa anche la chiusura per lavori – da oggi – dell’aeroporto di Olbia, storica base di Meridiana e secondo polo oggi, insieme a Malpensa, di Air Italy. L’incertezza, operativa e finanziaria, rischia di ripercuotersi anche sulle scelte dei passeggeri in vista della prossima stagione Summer. Balotta nei giorni scorsi ha chiamato in causa anche Enac: «Dovrebbe accendere quanto prima i riflettori su questa vicenda, verificando lo stato di salute della compagnia e valutando se non sia il caso di sospendere le vendite dei biglietti».
Resta da dire che la fiducia di Air Italy su Malpensa e di Malpensa su Air Italy è stata comunque confermata solo poche settimane fa, quando l’ad di Sea Armando Brunini aveva messo in evidenza il “tifo per Air Italy”, di fronte a una platea di investitori importanti come le aziende del turismo.
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Una email interna alla Boeing trapelata dopo il primo incidente esprimeva i dubbi e perplessità di questo progetto sintetizzandolo in una frase: “progettato da clown e controllato da scimmie”. Gli stessi dipendenti di Boeing hanno convinto, anche ricorrendo ad alcuni trucchi, le compagnie aeree e le autorità che non fosse necessario nessun addestramento con simulatori per i piloti del velivolo.
Forse la nomea di tecnologia americana infallibile sta perdendo piano piano forza e solidità.