Appello di Galimberti su Molina: “Chi ha mascherine, ce le mandi”
Il sindaco: “Sono in stretto contatto con la struttura. Lancio un appello a chi può donare mascherine e guanti: cercate anche nei magazzini e fatevi avanti”
Sulla situazione della Fondazione Molina interviene anche il sindaco di Varese, Davide Galimberti: «Sto seguendo con la massima attenzione la situazione al Molina – Spiega Galimberti – Sono in contatto continuo con il Presidente della Fondazione Molina e con Ats che mi hanno comunicato come la RSA, sin dall’inizio della emergenza coronavirus, abbia attivato tutti i protocolli di sicurezza previsti. Purtroppo in questa situazione di crisi sanitaria tutte le strutture come questa stanno dimostrando di essere luoghi fragili e tra i più esposti all’emergenza, lo stiamo vedendo in tante città».
Per questo: «Ho chiesto ad Ats di aumentare la dotazione di dispositivi di sicurezza per il personale che opera al Molina e l’esecuzione dei tamponi al personale – continua Galimberti – Inoltre, ho anche chiesto al Molina di aumentare la comunicazione con i parenti che da diversi giorni non possono accedere alla struttura in modo da tranquillizzare tutti i famigliari».
Ma il sindaco va oltre, a causa della situazione che si è creata nella struttura: «Vista la carenza di dispositivi di protezione segnalata dai sanitari voglio lanciare un appello a tutti, in particolare ai curatori fallimentari: se nei magazzini avete scorte in giacenza di materiali come mascherine, guanti ed altri dispositivi di protezione sono ben accetti – spiega il sindaco – Vanno subito consegnati ad Ats che li smisterà tra ospedali e case di riposo. Ci potrebbero essere materiali utili in questo momento immobilizzati nei magazzini. Dobbiamo usarli. Il Tribunale di Varese ha colto la proposta che avevo lanciato di interessare i curatori dei diversi fallimenti per cercare materiali utili in questo momento. È notizia di questi giorni di un rinvenimento di un significativo quantitativo di protezioni che verranno assegnate all’ospedale di Varese così da far lavorare i sanitari con maggiore sicurezza. Si tratta di materiali che altrimenti sarebbero rimasti inutilizzati per diverso tempo».
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