Cai: “Io resto a casa, le montagne non si muovono”
l Club alpino italiano lancia un appello a rispettare i decreti del Governo, rinunciando responsabilmente alla frequentazione delle montagne fino al termine dell'emergenza Covid-19

Io resto a casa: un invito alla responsabilità, in questi giorni di emergenza per la diffusione del Covid-19, valido anche per chi va in montagna. Il Club alpino italiano lancia un appello ai propri Soci e a tutti gli amanti delle Terre alte, chiedendo di rispettare i decreti emanati dal Governo, che invitano a non uscire di casa se non per comprovate necessità; dunque di rinunciare per qualche tempo, nel nome dell’interesse generale, alla frequentazione di sentieri, rifugi, vie alpinistiche e pareti.
Gli appassionati di montagna sanno bene che in determinate situazioni bisogna rinunciare al raggiungimento di una vetta per non mettere a repentaglio la propria sicurezza, quella dei compagni e quella dei soccorritori in caso di incidente. Tutto questo in nome del senso di responsabilità.
Il momento che sta attraversando il nostro Paese impone, sempre in nome della sopracitata responsabilità, di saper rinunciare a ogni tipo di frequentazione delle nostre montagne da subito, prima ancora di uscire dalla propria abitazione e mettersi in cammino.
Tutti siamo chiamati a difendere il diritto alla salute sancito dalla Costituzione, salvaguardando il lavoro di medici e infermieri e difendendo il Paese da un collasso del sistema sanitario. Un sistema sanitario messo a dura prova, che avrebbe ulteriori problemi nel caso di gestione di eventuali operazioni di soccorso in montagna. Operazioni che sovente impiegano decine di operatori del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico del CAI, compresi medici e personale sanitario, per un numero elevato di ore.
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