Il Canton Ticino resta sicuro ma i reati crescono del 5%
Tra gli obiettivi della Polizia cantonale anche una sempre più stretta collaborazione con le forze dell'ordine italiane

Il 2019 a livello di sicurezza in Ticino non ha fatto segnare particolari variazioni rispetto agli ultimi anni, anche se si registra un leggero aumento dei reati. La Polizia cantonale e il Dipartimento delle Istituzioni hanno reso noti oggi i dati sulla sicurezza relativi all’anno scorso.
La Polizia cantonale lo scorso anno ha registrato 19.877 reati (esclusi quelli relativi alla Legge federale sulla circolazione stradale), ossia un aumento del 4.9% rispetto al 2018. Più in dettaglio la variazione rilevata è stata del +4.4% per il Codice penale, del +6.1% per la Legge sugli stupefacenti e del -1.1% per la Legge sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI).
«Malgrado questo contenuto incremento, le cifre si situano su valori anche di molto inferiori ai momenti di maggior allarme avuti nell’ultimo decennio, come ad esempio nel 2012 – commentano i vertici della Polizia – Rispetto a tale anno i furti con scasso sono scesi del 55%, le rapine del 62%, i reati alla LStrI del 58%. Con poche differenze, questo trend interessa tutti i distretti cantonali».
A livello di interventi nel 2019 la Centrale comune d’allarme ha registrato un aumento delle chiamate. Sono state infatti circa 258.000 rispetto alle 256.000 del 2018. Lo scorso anno gli interventi relativi ad incidenti stradali, in collaborazione con le polizie comunali, sono stati 3.714 (-1% rispetto al 2018), mentre gli arresti effettuati sono stati 855, 2 in meno rispetto al 2018. I controlli sulla manodopera estera sono stati 941 (831 nel 2018). Le persone controllate in quest’ambito sono state 3.152 (2’653), di cui 61 (123) sono risultate non in regola e sono quindi state denunciate al Ministero pubblico; i datori di lavoro denunciati sono invece stati 25 (42).
«Alcuni fatti di cronaca del 2019 hanno portato l’autorità politica e la società civile ad interrogarsi sulle soluzioni da implementare per contrastare fenomeni non più abituali – ha detto il Consigliere di Stato e direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi – Per impedire a bande che giungono in Ticino di effettuare furti in serie o di assalire portavalori e bancomat, occorre primariamente mettere in campo la professionalità di gendarmi e inquirenti che contraddistingue la Polizia cantonale. Caratteristica questa che negli anni ha permesso di assicurare alla giustizia numerosi rapinatori e ladri tanto da raggiungere tassi di risoluzione dei reati al di sopra della media svizzera».
Tra i fattori evidenziato come determinanti per la riduzione dei reati, la Polizia e il Dipartimento indicano la prevenzione sui potenziali obiettivi, aumentando la sicurezza degli edifici o riducendo il quantitativo dei soldi che circolano sul territorio, ma anche la cooperazione con le forze dell’ordine italiane migliorando e intensificando pure lo scambio di informazioni. Nei mesi scorsi, proprio per rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza del territorio, sono state organizzate le prime pattuglie miste.
«Il binomio “Efficacia ed efficienza” caratterizzerà i prossimi anni della Polizia cantonale a livello organizzativo e operativo – ha aggiunto il comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi – Nell’ambito della nuova “Visione 2025” si intende infatti incrementare la capacità di analizzare la situazione per anticipare i fenomeni criminali, garantendo in questo modo una celere reazione alle diverse sfide future che i malviventi porranno sul cammino del Corpo».
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