Tra i cinesi c’è chi rimane aperto. “Ma le vendite sono calate vertiginosamente”
A Gallarate abbiamo girato diverse attività commerciali cinesi. Tra chiusure temporanee e negozi rimasti aperti, il clima è decisamente negativo: “Rimaniamo aperti, ma a fatica”
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«Abbiamo deciso di rimanere aperti. Ma stiamo soffrendo, parecchio. Non possiamo andare avanti così a lungo». Nei volti, quasi tutti coperti dalle mascherine protettive, si nota un certo disagio. Il periodo, per i commercianti cinesi in Lombardia, è tra i più difficili di sempre. Se le vendite sono diminuite già da gennaio, quando sono cominciate ad arrivare le prime notizie del coronavirus da Wuhan.
Ma dal suo arrivo in Italia, e le conseguenti chiusure di scuole, università e attività varie, la situazione è precipitata. Abbiamo girato diverse attività cinesi di Gallarate per parlare con i negozianti, che stanno vivendo la crisi in prima persona.
Le sartorie hanno deciso di seguire il consiglio di Francesco Wu, rappresentante delle comunità straniere in Confcommercio Milano e Brianza, che anche su VareseNews ha invitato i membri della comunità cinese a «mettere in secondo piano l’interesse economico rispetto alla salute», e di chiudere, seppur momentaneamente, le loro attività.
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I piccoli centri commerciali – i negozi che vendono dai prodotti per la casa agli accessori per l’auto – hanno deciso di tenere aperto. Il negozio di piazzale Europa è praticamente deserto, a parte qualche sparuto cliente. Il proprietario è piuttosto silente e parco di parole; a denti stretti conferma il calo verticale delle vendite. Ma, a precisa domanda, «state pensando di chiudere?», risponde con un categorico «no».
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La forza per andare avanti c’è, dunque. Come nel centro commerciale dei Laghi, dove l’enorme negozio cinese rimane ancora aperto. «Il fatturato è inferiore al 50% rispetto a pochi mesi fa», ammette la cassiera amareggiata. «Ma non vogliamo chiudere: stiamo aperti, aspettando che i tempi migliorino» afferma, mentre dispensa qualche consiglio per gli acquisti a un paio di clienti italiani che, nonostante tutto, continuano a frequentare il centro e ad apprezzare la cordialità dei proprietari. Una cordialità che, di questi tempi, non è certo scontata e può ridare normalità in un periodo surreale per tutti.
Diversa la scelta di una catena di ristoranti giapponesi – gestita da cinesi – che ha deciso di chiudere le sale di ristorazione ma continua il servizio a domicilio.
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