Da domani tutto cambierà, nulla sarà come prima
La riflessione di Emilio Vanoni su quale via prendere per superare questa pesante crisi
Egregio direttore,
nella certezza e nella speranza che ce la potremo fare e che anche il “Corona virus” sarà sconfitto, una cosa è certa: da domani, tutto cambierà, nulla sarà come prima. Oggi viviamo tutti in una situazione paradossale.
In tutto il mondo è vietato uscire di casa, andare a scuola, andare in chiesa, al cinema, a teatro, ai parchi, allo stadio, a trovare amici e parenti. Anche due fidanzati che vivono in due quartieri diversi non possono incontrarsi. Alla fine hanno proibito anche l’amore. Una cosa del genere non era mai successa prima, nemmeno nel corso delle spaventose guerre del secolo scorso. Ve lo dice uno che è stato concepito nel corso della seconda guerra mondiale, quando sulle nostre case piovevano bombe e sulle tavole non c’era niente da mangiare. Eppure sono nato.
Coloro che in questi anni hanno deriso i sostenitori della “Decrescita Felice” oggi si devono ricredere dovendo subire una decrescita drammatica e infelice. I mercati finanziari, contrabbandati come modello per far crescere la ricchezza, oggi sono diventati strumenti di povertà. Nel secolo scorso hanno costruito un grande carrozzone chiamato NATO per garantirci sicurezza (che ovviamente non era vero), hanno riempito le basi militari di tutto il mondo, Italia compresa, di migliaia di testate nucleari, a scapito della Sanità Pubblica. E oggi cosa ci serve la la NATO? Cosa ci serve avere il nostro Paese pieno di armi nucleari? Che sicurezza ci possono garantire queste strutture? “Niente.” Oggi la NATO con tutte le sue bombe atomiche, non è solo una organizzazione obsoleta e superate dalla storia, è un ente inutile, una delle cause principali della nostra insicurezza.
Il Corona virus ci insegna una cosa molto semplice, la stessa cosa che ci avrebbe dovuto già insegnare tanti anni fa, Cernobyl se non eravamo distratti: che i confini non esistono, perché facciamo parte tutti di una stessa Umanità. Non esistono più italiani, svizzeri, tedeschi, francesi, Inglesi, americani, russi, cinesi, australiani, indiani, brasiliani, nord africani ecc. ecc. perché facciamo parte di una stessa umanità, siamo tutti fratelli, le stesse cose che aveva detto duemila anni or sono Gesù Cristo e messo in croce proprio per questo. Oggi dovremmo avere il coraggio di incominciare dall’anno zero e intendere gli acronimi A.C. e D.C. – avanti e dopo Cristo – diventino Avanti Corona Virus e Dopo Corona Virus.
Da domani si deve quindi costruire la Società dell’Amore, una società dove nessuna religione deve rivendicarne il primato, dove tutti devono lavorare per la pace, dove deve essere bandita per sempre la guerra, tutte le guerre, comprese le guerre economiche e finanziarie. Una società nuova rispettosa dell’ambiente, capace di governare la globalizzazione, con una agricoltura rispettosa della natura, privilegiando quella biologica e quella del Km zero. Che ridia il valore del vivere in una comunità, dove la felicità non è prodotta dal consumismo, ma quella del volersi bene. Una società che bandisce l’odio, il razzismo e la xenofobia. Dobbiamo avere il coraggio di passare da una società ossessionata dalla corsa e dalla competitività a quello dell’andar piano e della solidarietà globale.
Al governo del nostro Paese dobbiamo chiamare persone serie, oneste, competenti, magari coloro che qualcuno aveva tentato di rottamare, non più personaggi ossessionati dalla ricerca del proprio consenso elettorale. Non governanti che giurano sulla nostra Costituzione ma poi non la mettano in pratica, promettendo cose impossibili come diminuire le tasse, massacrando la sanità pubblica, come è avvento in questi anni. Da domani si deve garantire a tutti lavoro, casa, salute. scuola, trasporti pubblici e sopratutto ospedali super attrezzati capaci di far fronte ai prossimi corona virus che ci saranno.
Grazie a coloro che ci hanno aiutato sacrificando in alcuni casi la propria vita, sopratutto medici e infermieri, come fecero i partigiani nella Resistenza. Non possiamo ringraziare l’America che come al solito pensa a solo a se stessa e nemmeno l’Europa per le sue persistente indecisioni. Grazie quindi alla Cina e ai cinesi che sono venuti in nostro soccorso. Domanda: che siano loro più cristiani di noi, pur venendo da un Paese comunista? Ai posteri l’ardua sentenza.
Emilio Vanoni – Induno Olona – 18 marzo 2020 … anno 1° D.C.
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