Tra epica e dramma: le Olimpiadi di Città del Messico
Riccardo Gazzaniga racconta, in sei puntate, la storica edizione messicana dei Giochi partendo dalle vicende di alcuni grandi campioni e ricordando anche gli avvenimenti politico-sociali di quei giorni
(d. f.) Gli appassionati di sport dovranno fare a meno, per un po’, di assistere alle imprese dei propri beniamini sia dal vivo sia in televisione. Noi siamo tra quelli, ovviamente. E così, per ovviare a questa mancanza, proponiamo l’ascolto di alcuni podcast a tema sportivo che ci sono piaciuti, che ci hanno colpito, che abbiamo “testato” per voi. Ne pubblicheremo uno alla settimana, al venerdì, così avrete tempo di ascoltare tutte le puntate prima di “attaccare” il successivo. Buon ascolto. E, per suggerimenti, scriveteci a sport@varesenews.it
A PUGNI CHIUSI – Di Riccardo Gazzaniga
«Un viaggio nell’unico momento della storia in cui sport e politica conversero in un solo tempo e in un solo luogo: Mexico ’68, le Olimpiadi che cambiarono il mondo».
Città del Messico, 1968. Una delle edizioni più epiche dei Giochi Olimpici, grazie a quell’altura che permette di abbattere record su record e grazie a una generazione di campioni capace di riscrivere i libri di storia. Lo sport, però, non è il solo protagonista: il podcast di Riccardo Gazzaniga ci riporta all’interno di un anno simbolo del secolo scorso e ci fa rivivere anche gli antefatti di quella edizione dei Giochi, in particolare la strada percorsa da una serie di atleti-simbolo dell’agonismo ma anche della contestazione e dei movimenti per i diritti civili delle minoranze.
I velocisti Tommie Smith e John Carlos, innanzitutto, che sconvolsero il mondo con quel loro gesto sul podio (pugni chiusi guantati di nero e levati al cielo) che dà anche il titolo alla serie. Peter Norman, lo sprinter australiano che fu secondo in quella finale dei 200 metri e che venne penalizzato dal suo Paese per aver aderito alla protesta degli americani. Il saltatore Bob Beamon, oro nel lungo con l’epica misura di 8,90 superata solo 27 anni dopo. La ginnasta cecoslovacca Vera Caslavska, che sul podio abbassò platealmente lo sguardo all’inno sovietico per contestare sia il risultato sportivo (l’oro ex-aequo con la russa Petrik) sia soprattutto la repressione della Primavera di Praga. E anche Kareem Abdul-Jabbar che a quelle Olimpadi decise di non partecipare per protesta.
“A Pugni Chiusi” però tocca anche un argomento troppo spesso dimenticato: il massacro di Piazza delle Tre Culture a Città del Messico, avvenuta dieci giorni prima dell’apertura dei Giochi, nella quale centinaia di studenti persero la vita per mano dell’esercito. Una strage che ebbe una testimone d’eccezione, Oriana Fallaci, che si salvò nonostante le ferite riportate e che testimoniò con le sue parole quanto accaduto.
Nello svolgimento del racconto, Riccardo Gazzaniga non manca di citare alcuni atleti italiani presenti a quell’edizione delle Olimpiadi e di riportare alcune storie come quella dell’ostacolista aostano Eddy Ottoz o del triplista romano Giuseppe Gentile. Citato anche un simbolo dello sport varesino, Ito Giani, che purtroppo fu costretto a rinunciare alle gare per un infortunio.
LA SCHEDA
Numero puntate: 6
Produzione: storielibere.fm
Di: Gian Andrea Cerone e Rossana De Michele
Coordinamento editoriale: Guido Guenci
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