Festa di San Giuseppe supermercati aperti. Il sindacato insorge
L'Ocst contesta la grande contraddizione tra le misure per contrastare il Coronavirus e la decisione di aprire. «Agli addetti alla vendita della Gdo viene negato con un giorno di meritato riposo»
«La pubblicità apparsa questa mattina sui quotidiani ticinesi relativa all’apertura dei negozi nella giornata di giovedì 19 marzo per la festività di San Giuseppe lascia senza parole». È questo il commento amaro del sindacato Cristiano Sociale del Canton Ticino per la evidente contraddizione tra il messaggio pubblicitario commerciale e le severe misure di prevenzione contro la diffusione del Coronavirus.
Il sindacato svizzero, in una nota, spiega chiaramente la contraddizione contenuta nel messaggio. «Se da una parte si riconosce che, in situazioni normali, per effetto della nuova legge sull’apertura dei negozi, sia concesso lavorare nei giorni festivi non parificati alla domenica, tale opportunità in questa delicata fase di emergenza sanitaria non può che essere relativizzata. Da una parte, le autorità federali e cantonali chiedono alla cittadinanza di evitare assembramenti mentre dall’altra, in una giornata durante la quale molte più persone avranno la possibilità di stare a casa in quanto non occupati professionalmente, viene offerta un’occasione in più per uscire di casa».
Da affrontare c’è anche il capitolo del personale addetto alla vendita della grande distribuzione. «A questi lavoratori – continua la nota stampa – viene negata la possibilità di alleviare il disagio con un giorno di meritato riposo, in una situazione che li vede responsabilmente tenuti a garantire l’approvvigionamento».
Infine, fa notare il sindacato Cristiano Sociale, «l’apertura preannunciata nel giorno di San Giuseppe non ha nemmeno senso nella misura in cui la motivazione originale che portava per legge a chiedere l’apertura durante i giorni festivi non parificati alla domenica era subordinata a motivazioni di carattere turistico e, di transenna, atta ad evitare l’abituale turismo del commercio. Fa specie anche il fatto che ci si appelli da una parte alla rassicurazione di disporre di un approvvigionamento di prodotti essenziali nel medio termine, mentre dall’altra si sollecita in questo modo il consumo».
L’OCST chiede alla grande distribuzione, quale atto di coerenza e di responsabilità, di non aprire i negozi giovedì 19 marzo.
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