Frontalieri, appello dei sindaci a Conte: “Situazione grave”
Sono 28 i sindaci - in rappresentanza di quasi 70 mila abitanti – che scrivono al premier Conte per accendere i riflettori del Governo sulla difficile e pericolosa situazione dei frontalieri
Sono 28 i sindaci – in rappresentanza di quasi 70 mila abitanti – che scrivono al premier Conte per accendere i riflettori del Governo sulla difficile e pericolosa situazione che vivono ogni giorno decine di migliaia di frontalieri che quotidianamente si recano in Canton Ticino per lavorare.
I sindaci chiedono al governatore Attilio Fontana di farsi portavoce verso il Governo della loro richiesta e di quella dei loro concittadini, esasperati dal comportamento della Svizzera nei loro confronti, tra frontiere chiuse con la scusa di controlli sanitari che in realtà non vengono effettuati e provvedimenti troppo blandi rispetto al rapido dilagare dell’epidemia sul territorio elvetico.
All’appello si uniscono anche i Parlamentari Stefano Candiani (Lega), Nicola Molteni (Lega), i Consiglieri Regionali della Lombardia Giacomo Cosentino (Lombardia Ideale – Fontana Presidente) ed Emanuele Monti (Presidente Commissione Sanità – Lega).
«Il Governo – dicono i parlamentari Stefano Candiani e Nicola Molteni – deve considerare e tener pienamente conto della condizione dei 70 mila lavoratori frontalieri delle provincie di Varese, Como, Sondrio e Verbano Cusio Ossola sia relativamente alla tutela della loro salute sui posti di lavoro oltre confine sia prevedendo, nel prossimo decreto che deve far fronte alle ripercussioni economiche causate dal coronavirus, le necessarie risorse per poter dare assistenza dal punto di vista previdenziale ed economico ai nostri lavoratori che dovessero perdere il posto di lavoro oltre confine per causa dell’infezione o a causa delle inevitabili ripercussioni economiche di tutta la filiera transfrontaliera dei territori di confine. Di queste cose ne abbiamo parlato nelle scorse ore con il Sottosegretario Scalfarotto.”
«Ho subito ascoltato le esigenze dei frontalieri e dei Sindaci – aggiunge il consigliere regionale Giacomo Cosentino – e abbiamo deciso di appellarci immediatamente al Presidente del Consiglio, anche tramite il Governatore Fontana che sta già lavorando anche per la tutela dei lavoratori frontalieri. Il Governo italiano si deve coordinare subito con le Autorità svizzere affinché i nostri lavoratori siano messi in sicurezza e non vengano considerati come semplice manovalanza. In questi anni hanno dato moltissimo alla Svizzera e meritano rispetto soprattutto in questo momento di emergenza».
«Dobbiamo tutelare la salute dei frontalieri di tutte le provincie della Lombardia che ogni giorno si recano al lavoro in Svizzera – conclude il consigliere Emanuele Monti – Le aziende svizzere devono rendersi conto che in primis bisogna tutelare la salute dei dipendenti. Devono essere adottate misure pari a quelle assunte dalla Lombardia anche perché la diffusione del virus nel Canton Ticino è superiore a quella della provincia di Varese e, quindi, dobbiamo in tutti i modi tutelare la sicurezza delle persone. Ciò non si può fare chiedendo ai lavoratori di ammassarsi in 5 in una stanza di bed and breakfast. Prima deve venire la salute dei cittadini e poi il lavoro».
I firmatari:
BESANO Leslie Giovanni Mulas
RANCIO VALCUVIA Simone Castoldi
ARCISATE Gianluca Cavalluzzi
VIGGIU’ Emanuela Quintiglio
CUVEGLIO Francesco Paglia
VALGANNA Bruna Jardini
AGRA Luca Baglioni
CUASSO AL MONTE Francesco Ziliani
CUGLIATE FABIASCO Angelo Filippini
CARAVATE Nicola Tardugno
PORTO CERESIO Jenny Santi
CITTIGLIO Fabrizio Anzani
COCQUIO TREVISAGO Simone Centrella
GEMONIO Samuel Lucchini
CLIVIO Giuseppe Galli
MONTEGRINO VALTRAVAGLIA Fabrizio Prato
MESENZANA Alberto Rossi
CASTELVECCANA Luciano Pezza
BEDERO VALCUVIA Carlo Galli
MARZIO Maurizio Frontali
CURIGLIA CON MONTEVIASCO Nora Sahnane
FERRERA DI VARESE Marina Salardi
TRONZANO LAGO MAGGIORE Antonio Palmieri
DUNO Marco Dolce
CASALZUIGNO Danilo De Rocchi
ALTA VALLE INTELVI Marcello Grandi
CENTRO VALLE INTELVI Mario Pozzi
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