L’appello del soccorso alpino: “I nostri medici aiutano negli ospedali, voi evitate la montagna”
Medici e infermieri stanno aiutando negli ospedali e quindi l'invito è quello a non andare in montagna: "Ci sarà tempo per scalare nuovamente, ci sarà tempo per esplorare di nuovo insieme una grotta

Hanno tolto le attrezzature da montagna e hanno indossato il camice in ospedale. Sono i medici e gli infermieri in forza al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – CNSAS, operatori che sono in prima linea nella lotta al coronavirus. Proprio per questo l’appello diffuso in queste ore è quello ad evitare di andare in montagna.
“Sapete bene che per effettuare un soccorso speleologico in grotta o un soccorso alpino in alta montagna dobbiamo impegnare decine di operatori, compreso il personale sanitario -si legge nella nota diffusa-. Immaginate quindi le difficoltà a cui andremmo incontro in questo momento per effettuare un soccorso, un soccorso che naturalmente metteremmo in atto, ma che potrebbe innescare una delicata gestione post intervento”. L’appello è quindi quello a rimandare le uscite perché “ci sarà tempo per scalare nuovamente una montagna, ci sarà tempo per esplorare di nuovo insieme una grotta”.
“Adesso però è il tempo di fermarsi -continua il CNSAS-. Il tempo di essere responsabili verso sé stessi, verso gli altri e verso l’Italia. Come è scritto nella Costituzione italiana: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Dobbiamo difendere questi valori, dobbiamo salvaguardare i nostri medici, i nostri infermieri e l’Italia da un collasso del Servizio Sanitario Nazionale. Non vengono chiesti sacrifici immani, non viene chiesto di scalare una montagna da 3000 metri: viene chiesto di rimanere in casa per un breve periodo di tempo”.
“#iorestoacasa non è uno slogan, non è un hashtag per riempire i social ma un invito concreto a limitare al massimo gli spostamenti non necessari. Ce la possiamo fare. Ce la faremo. Coraggio, Italia”.
Troppi visitatori, chiudono anche i rifugi di montagna dell’Ossola
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