Liuc, siamo pronti anche per gli esami online
Al lavoro c'è una task force che ha previsto due scenari diversi: il primo prevede il rientro al 20 aprile, il secondo per l'intero semestre. Visconti: «L'università non si fa online»
Il Coronavirus ha imposto a scuole e università una virata veloce e improvvisa nella didattica. Più di cento paesi nel mondo hanno deciso di chiudere scuole e università e oltre 700 milioni di studenti hanno sospeso il loro percorso di istruzione. Il report dell’Unesco parla di «numeri che non hanno precedenti».
Anche in provincia di Varese, la chiusura delle scuole per l’emergenza sanitaria ha imposto a dirigenti scolastici e rettori un programma di emergenza per evitare la brusca interruzione della didattica. Le soluzioni alternative passano tutte dall’online, attraverso collegamenti a distanza tra docenti e studenti.
All’università Liuc di Castellanza si sono attrezzati quasi subito. «A tre settimane dalla chiusura – spiega il rettore Federico Visconti – la gestione della fase di emergenza direi che è stata positiva. Ho delegato subito i tre direttori di scuola e il responsabile all’innovazione didattica (il professor Aurelio Ravarini, ndr), che già lavorava su questo tema, abbiamo coordinato il sistema informativo e i docenti, mantenendoci sempre in contatto con i rappresentanti degli studenti per rispondere alle loro esigenze».
La grande incognita è però la durata di questa chiusura che è naturalmente legata all’andamento dell’emergenza sanitaria. Se nel breve periodo si può improvvisare, nel lungo bisogna predisporre un piano articolato in grado di riprodurre, per quanto possibile, tutti i momenti che scandiscono il percorso di istruzione universitaria.
Alla Liuc c’è una task force al lavoro che ha previsto due scenari diversi: il primo prevede il rientro al 20 aprile, il secondo per l’intero semestre, dove si prevede di fare tutto online. «Stiamo gestendo entrambi gli scenari – spiega Visconti -. È chiaro che la nostra dimensione ci consente di organizzarci al meglio, soprattutto per le prossime sessioni di esame, quelle di marzo e aprile, che dovrebbero essere online. Siamo in costante contatto con la conferenza dei rettori per sapere come procedere, perché c’è un tema di pubblicità dell’esame con regole che evitino l’opportunismo. Ma in questa fase i ragazzi stanno manifestando un forte senso di responsabilità».
Sui media si moltiplicano le notizie sulle lauree discusse a distanza nel salotto di casa seduti davanti a una webcam collegata con la commissione esaminatrice che valuta appunto a distanza il candidato. «In tempi normali queste non sarebbero state notizie – sottolinea il rettore -. Per un buon percorso formativo è necessario ritornare nelle aule perché la questione di fondo riguarda il contesto in cui è inserito lo studente. In aula sei sollecitato dal docente ma anche dai colleghi che ti siedono accanto. E se vuoi usare whatsapp, devi farlo tenendo lo smartphone sotto il banco. Bisogna focalizzare gli sforzi, iniziamo a studiare sul libro e poi ci si confronta».
La Liuc è un’università fortemente internazionalizzata. L’Erasmus e i programmi di scambio con atenei stranieri sono un grande valore aggiunto dell’offerta formativa. L’Ufficio relazioni internazionali, in questo momento di emergenza sanitaria, sta seguendo gli studenti che si trovano all’estero, ed è in continuo contatto con la Farnesina e le altre università.
«Questa situazione – conclude Visconti – è una grande occasione di apprendimento e di riflessione: dobbiamo prendere il meglio da quello che stiamo vivendo. Soprattutto per la Liuc, che ha fatto della fisicità e della presenza nella vita comunitaria dell’università il perno del suo modello educativo. Esperienze, come per esempio, il campus e l’IFab hanno bisogno della presenza e dell’interazione. La Liuc deve ritornare lì. Non vorrei che passata la festa gabbato lo santo, passasse anche il messaggio che l’università si faccia online».
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