Save the Children: “Nella battaglia contro il virus non dimentichiamo i 12 milioni di bambini rifugiati”
La ONG chiede ai donatori di rinforzare il supporto ai sistemi sanitari nell’Africa Meridionale e Orientale: “I servizi di assistenza medica vitali non devono essere distolti dalle comunità che stanno già combattendo con malattie ed emergenze sanitarie come la malnutrizione”

“L’emergenza del coronavirus non deve far dimenticare i bambini rifugiati nel mondo”. A lanciare il monito è Save The Children, la famosa Ong attiva in oltre 120 Paesi del mondo.
La scorso mercoledì 11 marzo, l’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità) ha infatti ufficialmente dichiarato il coronavirus una pandemia, e mentre l’intero mondo è concentrato a nuove restrizioni per combattere la diffusione del Covid-19, da Save The Children arriva l’appello che pone lo sguardo su gli oltre “dodici milioni di bambini rifugiati nel mondo, che costretti, ad abbandonare le loro abitazioni si trovano oggi, in molti casi, in condizioni di sovraffollamento al limite, con un accesso minimo o del tutto assente all’assistenza sanitaria”.
«I bambini più vulnerabili e le loro famiglie che vivono in condizioni così precarie nei campi per rifugiati o sfollati non possono e non devono essere dimenticati – ammonisce l’organizzazione internazionale nata più di cento anni fa -. Questi bambini sono già molto esposti alle malattie da contagio per la scarsa assistenza sanitaria, la mancanza di acqua pulita e di igiene, che possono aver reso più fragile il loro sistema immunitario».
Secondo Save The Children infatti, l’autoisolamento assunto da alcuni governi, insieme ad altre misure di prevenzione, porterà a ricadute estremamente difficoltose nei campi profughi sovraffollati. Esempi significativi sono quelli in Bangladesh, nell’Africa Sub-Sahariana o Idlib, in Siria, dove quasi un milione di persone sono state costrette a sfollare in condizioni inumane in campi cresciuti a dismisura. «L’autoisolamento – spiega la Ong – sarebbe praticamente impossibile nel caso di un contagio da coronavirus, con conseguenze potenzialmente devastanti per famiglie che vivono il decimo anno del conflitto siriano».
A Cox’s Bazar, in Bangladesh si trova invece il più grande insediamento di rifugiati del mondo. Si tratta di un luogo dove il numero di rifugiati tocca il milione, la metà dei quali sono bambini. Le restrizioni sulla libertà di movimento e gli spazi ristretti rendono di fatto impossibile l’autoisolamento e il virus potrebbe avere conseguenze catastrofiche dal momento a Cox’s Bazar non esiste alcun sistema di screening o test per il Covid-19 e non ci sono unità di terapia intensiva.
«Anche se per ora non ci sono casi di Covid-19 confermati a Cox’s Baxar – dichiara il dottor Shamim Jahan, vicedirettore di Save the Children in Bangladesh-, nel nostro centro sanitario principale in uno dei campi, che offre normalmente cure per i bambini affetti da polmonite e assistenza per le donne partorienti, abbiamo riservato un’unità protetta a parte con 15 letti, nel caso in cui fosse necessario l’isolamento. Se Covid-19 si dovesse diffondere ampiamente, saremmo comunque in grado di continuare a curare i pazienti nella restante parte del centro ma rischieremmo di essere sopraffatti dall’emergenza».
Situazione altrettanto delicata anche per l’Africa Sub-Sahariana, dove le conferme di casi di Covid-19 si stanno moltiplicando rapidamente nella maggior parte dei paesi dell’area. Il territorio a Sud dell’enorme deserto è di cruciale importanza ospitando più di un quarto dei rifugiati nel mondo ma avendo al contempo la più bassa percentuale in assoluto di medici per persona, 0,2 ogni 1.000 persone contro l’1,6 dell’Asia Orientale e Pacifico, secondo quanto dichiarato da Save The Children.
«Covid-19 è una crisi sanitaria mondiale che richiede una risposta coordinata a livello globale – ha ribadito Zaeem Haq, Direttore Medico Globale di Save the Children – È nel nostro interesse impegnarsi per fare ogni sforzo al fine di prevenire un’ulteriore diffusione del virus e ancora di più nei campi per rifugiati o sfollati dove l’isolamento o il test sono una vera sfida. I bambini sopportano già il peso di molte delle infezioni più diffuse come polmonite, malaria e colera, e le loro famiglie faticano altrettanto ad avere l’assistenza medica necessaria».
«Aumentare gli investimenti nei sistemi sanitari – la richiesta dunque di Save The Children a donatori e governi – Bisogna rispondere all’epidemia senza compromettere altri servizi sanitari e lanciare campagne di comunicazione efficaci tra la vasta popolazione di rifugiati per impedire all’epidemia di colpire». Gli operatori di Save The Children, fa sapere l’organizzazione, si stanno predisponendo nel caso di possibili focolai del virus nei paesi dove il sistema sanitario è indebolito, dove esistono contesti a rischio o una capacità limitata di risposta a causa di crisi in atto, come i conflitti o disastri naturali.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Castegnatese ora Insu su Riunione dal Prefetto sul viadotto Vedano di Pedemontana, bocche cucite ma facce preoccupate
Felice su Il sindaco di Daverio difende il Trail delle Terre di Mezzo: "Chi rovina i boschi sono gli spacciatori"
lenny54 su Matteo Bianchi eletto Vice-Presidente del Comitato europeo delle regioni in Europa
luigiudici su Fotovoltaico, le società energetiche si arricchiscono alle nostre spalle
gokusayan123 su A Varese e provincia i furti preoccupano i residenti: “Sono entrati in casa a rubarmi con le tute da imbianchino”
BarbaraFede su «Nello sgombero dei senza tetto a Malpensa, i veri fragili sono i cacciatori e non i cacciati»
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.