Essere studente al tempo coronavirus: senza lezioni e informazioni
Lo sfogo di uno studente universitario che chiede informazioni certe e chiare dal proprio ateneo

Sono uno studente dell’Università degli Studi dell’Insubria.
Scrivo per testimoniare la situazione in cui mi trovo insieme a tanti altri colleghi in seguito alla diffusione del Coronavirus SARS-nCoV-2.
L’intenzione non è quella di fare polemica sterile, ma di trovare costruttivamente soluzioni facilmente attuabili.
Non verranno quindi fatti paragoni con altri Atenei.
Questo testo tratta esclusivamente problematiche locali e concernenti l’attività universitaria.
La mia vicinanza va a tutte quelle persone che ora si trovano in vera difficoltà. Non siamo noi.
L’emergenza sanitaria ha colto tutti di sorpresa. Eppure, quando nella serata di sabato 22 febbraio le Autorità hanno giustamente disposto le misure straordinarie che tutti ben conosciamo, il lavoro del Rettorato, delle Segreterie e di tutte le figure preposte è stato encomiabile. Comunicazioni
chiare e immediate, decisioni inequivocabili: salvo nuove disposizioni, le attività sarebbero state posticipate di una settimana esatta.
L’università impone spesso ritmi serrati fatti di ore, giorni e settimane d’intenso studio in prossimità d’un esame importante. Si capisce quindi che quest’informazione era fondamentale per quei Dipartimenti Universitari che avevano ancora una sessione in corso (il periodo dedicato agli appelli, cioè le diverse chance che gli studenti hanno per poter sostenere gli esami).
Certo, era prematuro pensare al peggio. Però nessuno ha mai nascosto che il peggio sarebbe potuto arrivare, ed è -prevedibilmente- arrivato: venerdì 28 febbraio è stato comunicato che fossero “ancora attuali le ragioni cautelative che hanno condotto a sospendere le attività didattiche” e che “le Università della Lombardia si sono nel frattempo attivate per offrire agli studenti forme di didattica a distanza, secondo modalità proprie di ogni singolo Ateneo. Le informazioni di dettaglio sono disponibili sui siti dei singoli Atenei e vengono comunicate e aggiornate in modo dettagliato
a tutte le comunità accademiche.
Ogni Ateneo lombardo sta lavorando all’analisi dei diversi scenari possibili e all’individuazione delle opportune soluzioni da adottare sia nel breve sia nel medio/lungo periodo, in particolare sul
fronte dell’organizzazione delle attività didattiche”.
In questo momento, ore 22 di martedì 3 marzo, l’Università degli Studi dell’Insubria non ha ancora fornito nessuna “informazione di dettaglio” né agli studenti, né ai docenti (i quali -assurdamente-ricevono le informazioni coi medesimi canali riservati agli studenti).
Lascio ai Professori la trattazione dei problemi che a loro concernono, uno su tutti la questione delle “lezioni on-line” di cui la politica si è riempita la bocca.
Noi studenti ci troviamo in una situazione di stallo, senza neppure un’idea approssimativa di quando potranno venire spostati i nostri traguardi formativi. Questo si traduce banalmente nella
domanda: devo o non devo studiare? E specificatamente: su cosa concentro il mio tempo?
Si rende immediatamente necessario essere perentori nel dichiarare IRRICEVIBILE un commento coi toni del “bisogna studiare a prescindere”, perché al di fuori di una pleonastica retorica, il
nostro studio deve essere approfondito e mirato, al punto che chiunque abbia intrapreso degli studi universitari sa bene che un percorso accademico di successo include una capacità organizzativa essenziale tanto quanto lo studio stesso.
Lungi dallo scrivente il voler colpevolizzare qualcuno per una situazione di cui nessuno ha colpa: ho una vasta esperienza professionale in termini di organizzazione aziendale e risoluzione dei problemi, quindi mi è ben chiaro che le Autorità Universitarie si trovano ad affrontare una situazione che non ha precedenti e che pone problemi che vanno ben oltre il singolo esame, come ad esempio la sospensione di moltissime sedute di Laurea o l’estrema anticipazione delle sedute delle Lauree Infermieristiche. Sarebbe quindi assurdo e pretenzioso aspettarsi una totale riorganizzazione in tempo di record.
È però più che lecito aspettarsi una maggiore comunicazione generale, ed una linea di condotta lungimirante che prenda decisioni in regime di massima tutela. Si dice che bisogna sperare per il meglio, preparandosi per il peggio.
Perché una parte di Università brancola nel buio, con docenti che chiedono informazioni ai propri studenti? Perché non si è cominciato a prepararsi al peggio? Questo è quello che traspare da
questo totale silenzio istituzionale, che non sta tutelando i propri studenti, impossibilitandone anche decisioni di carattere personale e lavorativo. Parliamo di centinaia di persone.
Si potrebbe cominciare col dichiarare che le sessioni d’esame saranno riprogrammate (peraltro unica soluzione veramente percorribile nel rispetto di tutti).
Nessuno pretende, adesso, di sapere quando e come.
Lettera Firmata
LA REPLICA DEL RETTORE ANGELO TAGLIABUE
Gentile studente,
la governance dell’ateneo, i docenti e il personale tecnico-amministrativo stanno lavorando affinché i traguardi formativi possano essere raggiunti nei tempi prefissati, anche se con diverse e nuove modalità. Nella giornata di oggi sarà pubblicato il calendario delle lezioni e-learning e Teams e venerdì, sulla base delle disposizioni ministeriali e regionali, potremo dare un aggiornamento sulle sedute di laurea e sugli esami.
Il rettore Angelo Tagliabue
PS: oggi, mercoledì 4 marzo, l’Università dell’Insubria ha attivato alcune aule multimediali con docenti che hanno registrato lezioni che verranno caricate e condivise sul sistema interno
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