“In terapia intensiva, soprattutto quarantenni che hanno provato a resistere”
All'ospedale di Bergamo la situazione più difficile della Lombardia. Il dottor Luca Lorini, dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, rinnova l'invito a stare in casa
«State in casa. Tra un po’ sarà solo un brutto ricordo, che ci avrà lasciato alcuni insegnamenti importanti».
A parlare è il dottor Luca Lorini, primario del reparto di terapia intensiva all’ospedale di Bergamo Papa Giovanni XXIII da giorni al centro della peggiore crisi sanitaria della Lombardia: « Ogni giorno due o tre persone migliorano e possiamo toglierle dalla terapia intensiva. Ma ne arrivano sempre il doppio, 5 o 6, che chiedono assistenza. Per questo la pressione è così alta. IL trend dei ricoveri è ancora in netta crescita».
La situazione inoltre presenta alcune novità rispetto ai primi giorni di emergenza del Lodigiano: « Arrivano soprattutto uomini relativamente giovani di 40 o 45 anni, che hanno provato a resistere. Quando arrivano hanno quindi una situazione molto compromessa».
La terapia intensiva dell’ospedale di Bergamo è tra le più grandi in Europa: ha ben 80 posti e, in questo momento, quelli riservati ai casi Covid sono 60. Soprattutto persone intubate e sedate ma anche pazienti con i caschi per la respirazione.
Quando ne usciremo? « Ne usciremo, se tutti staranno in casa. Evitare il più possibile i rapporti con gli altri. Nessuno incontri nessuno. E tra un po’ questa vicenda sarà solo un ricordo che ci avrà insegnato il valore di medici e infermieri che stanno lottando ogni giorno al fianco dei pazienti. Ricordatevi sempre di noi».
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