Al via i primi 200 test sierologici a Cuvio
Domani la seconda parte degli esami. Fra i soggetti che si sottopongono allo screening appartenenti alle forze dell'ordine e al mondo del volontariato
Anche Cuvio ha inteso seguire la strada dei test sierologici gratuiti e su base volontaria per mappare i segni che il virus ha lasciato sulla popolazione.
La scelta, come per altri comuni lombardi è stata quella di non attendere Regione Lombardia che ha fatto partire ieri, 23 aprile i primi prelievi nelle provincie più esposte dal contagio estendendo la possibilità all’intero territorio lombardo dal 29.
Parallelamente sono maturate alcune iniziative dei sindaci che in autonomia hanno dato la possibilità di sottoporre la loro popolazione a test sierologici in grado di definire la percentuale dei campioni entrata in contatto col virus.
Quindi si cercheranno anticorpi “Igg“ – quelli che si formano circa dopo 15 giorni di esposizione al Sars-Cov 2 – e gli “Igm“ e “Iga“, frutto del processo immunitario più recente e quindi potenzialmente ancora infettivi.
«Per questo i risultati dei nostri prelievi verranno comunque inviati ad Ats Insubria che prenderà le decisioni del caso», ha spiegato il sindaco di Cuvio Enzo benedusi.
Una comunità, quella del piccolo paese della Valcuvia, che ha risposto in maniera positiva sia alla partecipazione allo screenig (erano previsti 300 test e ora sono diventati oltre 400 per un 60% di residenti a Cuvio e per un rimanente 40% di persone con mobilità che risiedono fuori dal paese ma che hanno contatti con la popolazione residente), sia al sostegno dell’iniziativa, con donazioni private che in soli tre giorni sono arrivati a sfiorare gli 8 mila euro e a coprire quindi gran parte del budget previsto, senza bisogno di far pagare nulla ai cittadini né alle casse del Comune.
Tutto grazie al prezioso impegno del locale gruppo alpini che è riuscito a coinvolgere gran parte dei 50 iscritti che si sono messi in gioco per chiedere un aiuto ad aziende ma anche a semplici conoscenti.
Il punto prelievi, come per Cocquio Trevisago, è stato ricavato all’interno di una scuola e grazie al lavoro della Croce Rossa Italiana del Medio Verbano sono stati allestiti in tempo record tre piccoli ambulatori dove i cittadini una volta entrati vengono fatti accomodare per il prelievo fatto grazie al lavoro volontario delle infermiere.
Domani, sabato, il prossimo turno di test da inviare poi al laboratorio analisi per il responso atteso settimana prossima.
A Cocqio Trevisago su un campione di 1096 persone è risultato positivo i 2,4% dei soggetti sottoposti all’esame.
Sarà interessante sapere qual è la percentuale di Cuvio, paese certamente più raccolto e con caratteristiche diverse anche in termini di residenti, ma che all’interno del suo territorio ospita una Rsa – la Residenza Prealpina – dove si sono verificati contagi e un decesso.
Cuvio, assieme agli altri paesi della zona, rappresenta un esempio di grande coesione sociale, con una presenza di realtà associative molto fitta.
Fra i soggetti che si sono sottoposti allo screening, oltre a diversi appartenenti alle forze dell’ordine figurano molti attori dell’associazionismo e del volontariato locale.
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