Cocquio, il comune vara gli aiuti “fai da te”
Esauriti in una settimana i fondi dello Stato, l’amministrazione si è mossa attivando un banco alimentare locale
Pasta, riso, pomodori in scatola e tonno. Così, a quintali, quanto basta per sfamare un piccolo esercito.
I soldi che lo Stato aveva inviato per coprire i “buoni spesa“ delle famiglie in difficoltà sono stati erogati in meno di una settimana a Coquio Trevisago, 4700 abitanti Comune che è riuscito a raggiungere un’ottantina di famiglie del paese.
Il sindaco Danilo Centrella non si è scoraggiato dopo il rapido esaurirsi dei fondi – 27 mila euro – e ha lanciato un sos raccolto dai cittadini che hanno donato di tasca loro generi alimentari acquistati. Una sorta di grande carrello della spesa “sospeso“, o se si preferisce un banco alimentare a formato di paese e ritagliato sulle esigenze di chi chiede una mano.
«Abbiamo seguito le liste di persone già in carico ai servizi sociali, a cui se ne sono aggiunte altre individuate coi criteri stabiliti dal Governo», ha spiegato il sindaco, che ha trasformato i locali della biblioteca nella cambusa di un transatlantico che sta navigando nelle turbolente acque della burrasca portata dall’emergenza sanitaria nazionale causata dal virus. «Per fortuna viviamo in un paese dove esiste coesione sociale e ci si aiuta, e siamo in grado di sostenere chi ha bisogno», aggiunge.
La conferma arriva dal vice sindaco Sara Fastame che ha chiamato al telefono personalmente le circa 80 famiglie che rientravano nei requisiti per la distribuzione degli aiuti.
«Persone che non ricevono altri aiuti come il reddito di cittadinanza e che hanno situazioni di difficoltà direttamente imputabili all’emergenze coronavirus», spiega il vice sindaco.
«Ora abbiamo raccolto materiale per una sorta di “secondo giro“ che potrà servire a un centinaio di famiglie. Non solo quelle che rientrano nella cerchia degli aventi diritto agli aiuti, ma anche a quelle situazioni di temporanea difficoltà, che insieme vogliamo risolvere».
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