Quel vecchietto e quel ragazzo senza nome, una storia di solidarietà alla finestra
Federica ha raccontato nel gruppo Oggi nel Varesotto quello che vede dalla sua finestra ogni giorno: un vecchietto rimasto solo e un giovane che si preoccupa per lui: "Quando tutto finirà andrò a conoscerlo e ringraziarlo"
La domenica di Pasqua degli utenti della pagina facebook “Oggi nel Varesotto” è iniziata come meglio non poteva grazie al post di Federica che ha raccontato quello che vede ogni giorno dalla finestra di casa sua. Vi lasciamo alle sue parole che raccontano come meglio non si può l’importanza della solidarietà in queste settimane difficili di quarantena. Il gesto di un vicino, nei confronti di un anziano che vive proprio di fronte a casa sua, ci racconta come la cura e l’attenzione verso il prossimo siano valori fondanti della nostra società, soprattutto nei momenti più difficili.
In otto anni qui non avevo mai osservato con attenzione le vite nelle case degli altri: dalla finestra della mia cucina vedo una vecchia casa di ringhiera. Sulla destra ho sempre visto una coppia di vecchietti decisamente vecchietti, poi, circa un mese fa, una sera, arriva un’ ambulanza a portare via qualcuno da quella casa.
Solo in questi giorni ho capito che aveva portato via la vecchietta e lasciato lui, che sembrava messo molto peggio di lei e invece la vita è così. Io penso che lei a casa non ci sia più tornata ma l fatto bello che posso notare, grazie a questa reclusione, tutto sommato, è che nel balcone di fianco c è un ragazzo di circa trent’anni, che prima vedevo sempre uscire all’alba e tornare al tramonto.
Lui cosa fa? Tutte le mattine e tutte le sere si sporge dall’estremità del suo balcone e bussa al vetro di Maurizio, si il vecchietto si chiama così, ho scoperto anche questo dal suo bussare, perché lo chiama per farlo affacciare, per sapere come stia, per farci due chiacchiere e per chiedere se abbia bisogno di qualcosa.
A volte mi capita anche di vedere che Maurizio, con delicatezza, si affacci sul balcone e sporga la testa per cercarlo ma non abbia voce per chiamare quel ragazzo, che per me è senza nome, per ora.
Perché quando finirà questo isolamento, io scenderò e andrò a suonargli alla porta per ringraziarlo di tutto ciò, di questo momento quotidiano di umanità, cuore e gentilezza, a cui, da spettatrice silenziosa, mi permette di assistere.
Questo è il mio augurio di buona Pasqua
(Federica G)
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