Spesa sospesa autogestita, il Comune la ferma: “Non è igienico”
L'Amministrazione comunale di Marnate ha fatto rimuovere le scorte alimentari depositate presso le casette dell'acqua grazie all'iniziativa solidale "Noi ci siamo per Marnate", amarezza da parte dei promotori

Un cartello con lo stemma del Comune e l’avviso: «Per motivi igienico-sanitari, rimosse le derrate alimentari depositate da ignoti». È quanto si sono trovati oggi i cittadini di Marnate che si recavano alle casette dell’acqua del paese. L’iniziativa “Noi ci siamo per Marnate”, che nei giorni scorsi aveva fatto partire uno slancio solidale nella comunità si scontra dunque con la decisione dell’Amministrazione comunale di mettere fine al deposito dei beni alimentari a disposizione delle persone più in difficoltà, che, con la garanzia dell’anonimato, avrebbero potuto prelevare pasta, riso, scatolame e conserve di cui necessitavano.
Questa la spiegazione del sindaco Elisabetta Galli, che rimarca come gli alimenti fossero situati su un suolo pubblico: «La presenza di alimenti incustoditi ed incontrollati dei quali non si conosce la provenienza, non garantisce il rispetto delle prescrizioni di legge, ne la corretta conservazione. La Polizia Locale, dopo aver riscontrato l’accaduto, ha provveduto ad asportare i generi alimentari dalle casette dell’acqua, anche su invito del gestore, per le medesime ragioni di salvaguardia dell’igiene pubblica. Nel prendere atto del sentimento di solidarietà manifestato dai cittadini che hanno rifornito i cesti, voglio esternare la mia gratitudine perché sono convinta che abbiano compiuto un gesto in ottima buona fede con lo scopo di essere vicini ai bisognosi: devono però sapere che queste iniziative sono legittime e possono davvero giungere a chi ne necessità, solo se incanalate in attività strutturate ed organizzare dalle realtà istituzionali, anche di volontariato» spiega Galli, citando quali sono (Protezione Civile, Caritas, Servizio Sociale comunale, ecc) e ricordando i servizi solidali attivi nel comune e la necessità che gli operatori che effettuano le consegne – anche di pasti caldi – rispettino le norme igienico- sanitarie necessarie.
Continua Galli: «La stessa cosa non posso dire per gli organizzatori anonimi della raccolta perché, seppur a fin di bene, l’attivazione dell’iniziativa con le modalità poste in essere ha esposto i partecipanti ad un esborso economico che è andato sprecato perché gli alimenti erano esposti alle intemperie e non adeguatamente conservato, ed ha esposto a gravi rischi chi nel bisogno ne ha usufruito, portando nelle case alimenti non sicuri e non controllati. È davvero triste dover impiegare le forze dell’ordine, già super impegnate in una situazione di emergenza come quella attuale per situazioni simili al fine di ricondurre in sicurezza i servizi offerti alla comunità».
Sulla pagina Facebook che dava spazio all’iniziativa la reazione dei cittadini è rabbiosa: contestata la scelta del sindaco Galli e difesa a spada tratta la volontà di aiutare dal gruppo di volontari che si era impegnato per dar vita a tutto questo. Loro, i diretti interessati, cercano di calmare gli animi, auspicando una collaborazione con l’Amministrazione, ma al contempo senza nascondere una profonda amarezza.

Lorenzo Pisani, uno dei promotori dell’iniziativa, spiega ciò che lascia perplessi: «Stamattina alle 7:30 il bene deperibile con scadenza più immediata era tra un anno, se poi qualcuno ha messo altro non lo so, mi dispiace per tutti i cittadini che ci hanno dato una mano e a cui vanno onestamente le nostre scuse e il nostro grande ringraziamento. Inoltre – per quanto avremmo voluto restare anonimi – in paese i nomi di noi organizzatori erano circolati, quindi dal Comune avrebbero potuto contattarci. Noi avremmo magari dovuto sentire l’Amministrazione e non affidarci solo al buon senso civico. Da ex assessore, al loro posto, avrei chiamato i referenti che tanto erano noti e migliorato il servizio. Probabilmente ha ragione l’Amministrazione non ne dubito, però oggi ha perso il paese purtroppo».
Gli fa eco Michela Terzi: «Non era una questione politica. È proprio triste e squallido che debba sempre ridursi tutto a quello. Penso che chi abbia bisogno di un pacco di pasta lo accetti volentieri a prescindere dal pensiero politico, com’è giusto che sia, senza eccessiva burocrazia. Giustissimo che la gente usi i canali ufficiali ma serve scrivere chiamare andare a bussare. In questo modo si poteva passare via e semplicemente prendere un pacco di pasta, o qualche scatoletta di tonno. Era tutta roba a lunga conservazione, chiusa, non bagnata dalla pioggia perché ben riparata, anche dal sole. Non abbiamo avvisato? Abbiamo usato suolo pubblico dato in concessione ad una azienda privata? Benissimo, noi abbiamo sbagliato ma anche chi ha poi agito senza avvisare. Invece che distruggere si poteva migliorare. Tutto qui. Senza bandiere, era un piccolo gesto buono, fatto mettendo insieme cosa avevamo in casa sabato. Che amarezza. Sono sbagliati i modi? Aiutateci a migliorarli, offriteci consigli e strumenti. Non stroncate tutto così. È proprio brutto».
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