In viaggio col Mercante

Sulla “via del tè e dei cavalli” in Cina. Parte terza

In questa terza puntata del viaggio nello Yunnan, Giancarlo Samaritani e Silvia Minella inizieremo ad affrontare l’antica via carovaniera

In Viaggio col Mercante: in questa terza parte delle quattro previste, andremo alla scoperta di cerimonie, ed eventi che le diverse minoranze etniche cinesi coltivano nel rispetto della loro cultura tradizionale.
Con Giancarlo Samaritani e Silvia Minella inizieremo ad affrontare l’antica via carovaniera del tè e dei cavalli.

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Ancora nella parte meridionale dello Yunnan scopriamo un interessante gruppo etnico che comprende circa 20.000 persone le quali vivono in villaggi di bambù immersi nella foresta pluviale tropicale, si chiamano Jino e si racconta che gli antenati della attuale popolazione ebbero in passato rapporti con i trasportatori di tè che percorrevano la famosa rotta del tè e dei cavalli. Avremo l’opportunità di assistere ad alcune cerimonie animiste, la loro cultura comporta l’assoluto rispetto della madre terra e la venerazione della Dea Amoyaobai.

Hanno una profonda conoscenza delle caratteristiche dei terreni e delle risorse naturali, pare abbiamo conoscenza di oltre cento diverse varietà di riso. Visiteremo a Manjiang un tempio molto importante realizzato nel 600 d.c. per onorare il luogo dove Budda visitò la Cina per la prima volta. Vedremo alcune attività tipiche come la tessitura e la lavorazione dell’argento.

Ogni minoranza etnica ha le proprie tradizioni da rispettare, per il popolo di etnia Dai la festa dell’acqua rappresenta un momento importante della vita. Durante questo evento annuale che dura tre giorni la gente usa sprizzarsi addosso dell’acqua considerata dal popolo Dai simbolo di purezza e di buona volontà. Quindi spruzzare acqua addosso ad altri rappresenta un amorevole gesto di buon auspicio verso il prossimo.

Lasceremo infine il territorio tropicale del sud con le sue rigogliose piantagioni di tè e caffè per trasferirci nel nord della regione. Qui inizieremo a percorrere la stretta gola del fiume Nujiang. Un percorso che prevede spesso l’attraversamento del fiume su traballanti ponti sospesi di tipo tibetano.

Il percorso è ancora oggi avventuroso, circa 400 km lungo una strada per molti tratti priva di asfalto che costeggia strapiombi privi di riparo, dove il traffico è spesso interrotto anche per giorni a causa di frequenti frane e smottamenti. Possiamo quindi immaginare quanto il percorso sia stato insidioso in epoca passata quando i portatori caricavano sulle loro spalle fino a 70-80 kg di tè ed altri prodotti in un viaggio che durava settimane. a volte mesi lungo ponti sospesi e ripidi sentieri montani tra le insidie naturali e gli attacchi di banditi e rapinatori in un epoca dove il tè era talmente prezioso che i ladri lo preferivano all’oro e all’argento.
Per oltre mille anni il tè ha viaggiato così lungo la “via del tè e dei cavalli”.

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Pubblicato il 20 Aprile 2020
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