Venticinque aprile albizzatese, celebrazioni per pochi a causa del coronavirus
Il sindaco Zorzo: "No a divisioni. Cristiani e musulmani, settentrionali e meridionali, destra e sinistra siano uniti in questa fase difficile"

Una celebrazione pubblica per pochi quella del 25 aprile albizzatese 2020 che come tutto il resto d’Italia ha dovuto limitare la presenza dei cittadini alle sole cariche istituzionali: il sindaco, il vicesindaco, i capigruppo consiliari e il giovane sindaco dei ragazzi.
Una cerimonia durata pochi minuti per limitare ogni rischio derivante da Civid-19, giusto il tempo per la deposizione di una corona di fiori al monumento dei caduti e di un breve discorso dei due sindaci.
«In questa giornata di rinnova il ricordo per non rendere vano il sacrificio di tante persone che con coraggio hanno affrontato i periodi più bui della storia e dato la loro vita per consegnarci un’Italia libera e democratica – ha detto il sindaco Mirko Zorzo – . Settantacinque anni fa uomini, donne, giovani, anziani e bambini scesero in strada per celebrare la Liberazione, ognuno con la propria storia, le proprie differenze ma accumunati da un desiderio di democrazia, pace e di libertà».
Zorzo ha poi spostato il discorso sulla situazione oggi determinata dall’emergenza sanitaria: «Nell’attuale situazione il termine Liberazione assume nuovi significati. Liberazione non dalla guerra o dalla dittatura ma da un nemico invisibile e vigliacco, un virus che se la prende con più deboli come gli anziani, cancellando libri di storia viventi. Questo non è tempo per dividersi, e per gettare risorse ed energie per polemizzare. È tempo di stare tutti uniti, canalizzare le energie e utilizzarle al meglio. È tempo di volersi bene e crescere insieme come comunità: settentrionali con meridionali, cristiani con musulmani, destra con sinistra. Mi fa piacere oggi la presenza dei capigruppo di maggioranza e di minoranza Qui tutti insieme diamo un messaggio di paese unito. Albizzate così facendo ne uscirà più compatto di prima».
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