“14,5 milioni di mascherine Fippi rimangono in magazzino”
La denuncia del Movimento 5 Stelle che ha richiesto un accesso agli atti scoprendo che dei 18 milioni di mascherine Fippi acquistate per 8 milioni di euro, la gran parte rimane giacente

Quattordici milioni e mezzo di mascherine stoccate in un magazzino. La denuncia arriva dal Movimento 5 Stelle che ha fatto la scoperta dopo ius accesso agli atti: « “La Regione ha acquistato 18 milioni di mascherine Fippi per una spesa complessiva pari a circa € 8 milioni e alla data odierna queste mascherine giacciono in magazzino per un quantitativo di ben 14,5 milioni. Questo quanto risulta dalla risposta ad un accesso agli atti» dichiara Marco Fumagalli, capogruppo M5S Lombardia.
«Dando per scontato che le mascherine siano idonee ad un uso quotidiano e non siano ‘carta igienica’, come volgarmente l’assessore Gallera identificava delle altre mascherine ricevute dalla Protezione Civile, mi chiedo – aggiunge Fumagalli – per quale motivo le Fippi, dal costo di 0,45 centesimi, non vengano distribuite alla popolazione o vendute nelle farmacie. A meno di una truffa nei confronti della Regione queste mascherine dovrebbero essere almeno idonee per andare a passeggio, fare la spesa, in metropolitana e nei luoghi di lavoro, messi in sicurezza. Lasciarle nei magazzini mi pare un inutile spreco di risorse, mentre potrebbe essere opportuno, almeno una parte, venderle a prezzo di costo alle farmacie in modo da rifornire la popolazione. Questa giacenza nei magazzini odora dell’ennesimo ‘flop’ di Regione Lombardia, dopo l’incredibile figuraccia dell’Ospedale Fiera».
Replica il Presidente della Commissione sanità Emanuele Monti: «Fumagalli si preoccupi delle mascherine che il sui governo manda 9 volte su 10 senza certificazione ad uso sanitario. La nostra riserva strategica per il nostro sistema sanitario e socio sanitario fortunatamente è ben superiore a quella che lui dice ma dubito che possa capire visto che appartiene ad un partito il cui leader, alla vigilia della più grande crisi sanitaria di questo paese, ha deciso di regalare le nostre scorte alla Cina».
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